(a.c.) – Accusato dopo una violenta aggressione ai danni di un 35enne di Mondovì, il ventenne doglianese C.B. è stato condannato per lesioni aggravate dal Tribunale di Cuneo. A riconoscerlo era stata stessa vittima del pestaggio, avvenuto nell’antibagno della discoteca Sottoaceto la notte del 1° novembre 2018. L’uomo, assieme alla fidanzata, si sarebbe imbattuto in un gruppo di giovani che stazionavano di fronte alla porta: «Erano in stato di alterazione, ho ricevuto una spinta, mentre all’indirizzo della mia compagna erano partite imprecazioni. Quando mi sono avvicinato per chiedere spiegazioni, C.B. mi ha aggredito».
Uno dei buttafuori aveva portato via dal locale C.B. e un suo amico, minorenne all’epoca dei fatti. L’aggredito era stato soccorso dal 118 che gli aveva diagnosticato la frattura di tibia e perone: in seguito avrebbe affrontato un intervento chirurgico e due mesi di prognosi. Sul riconoscimento di C.B. come presunto aggressore avevano concordato anche la fidanzata del 35enne e i buttafuori del Sottaceto.
L’imputato, dal canto suo, affermava che il pestaggio sarebbe stato opera di un gruppo di albanesi, intervenuti a dargli manforte perché convinti di aiutare un connazionale. La stessa versione è stata confermata dal coimputato del doglianese, dagli amici e da un conoscente che affermava di averlo incontrato quella sera. Proprio quest’ultima deposizione è stata ritenuta dirimente dall’avvocato difensore Elena Delfino perché «viene da una persona estranea ai fatti, sebbene conoscesse di vista l’imputato». Una versione del tutto inattendibile, tuttavia, secondo la pubblica accusa e la parte civile, rappresentata dall’avvocato Manuela Luciano. Per C.B. la Procura aveva chiesto la condanna a otto mesi di reclusione. La pena finale comminata dal giudice Emanuela Dufour ammonta a nove mesi con il beneficio della sospensione condizionale, oltre al riconoscimento dei danni da liquidare in sede civile.