Sci, Paolo Deflorian cercato da Petra Vlhova: «Resto qui ad Artesina, in azzurro»

Il tecnico monregalese, chiamato dalla campionessa slovacca dopo la separazione con Livio Magoni, rimane nel gruppo guidato dal frabosano Gianluca Rulfi

Paolo Deflorian

Sci, Paolo Deflorian cercato da Petra Vlhova: «Resto qui ad Artesina, in azzurro»

L’espressione inglese è “sliding doors”: una porta scorrevole, un momento preciso dove il destino può prendere l’una o l’altra direzione. Paolo Deflorian, 47 anni, è un tecnico della nazionale azzurra di sci. Di origini saluzzesi (di Manta), Paolo è ormai monregalese da tanti anni e la moglie, Chiara Bergonzo, lo aspetta ad Artesina con i loro due gemelli di cinque anni Alberto e Leonardo. Dal 2010 al 2014 ha lavorato per la Federazione italiana con la squadra femminile tra le Olimpiadi di Vancouver e Sochi, poi l’esperienza in Canada come responsabile di gigante e slalom, aggregandosi anche al settore velocità (con ottimi risultati). Da qui il ritorno in Italia nel team che allena le atlete polivalenti (che lo porta ad essere presente alle gare di gigante e di velocità) sotto la guida generale del frabosano Gianluca Rulfi, direttore tecnico e allenatore responsabile delle squadre nazionali femminili.

Un settore che sta vivendo un momento sportivo magico con i risultati del trio delle meraviglie Brignone, Goggia, Bassino. Nelle scorse settimane Paolo Deflorian ha ricevuto un’offerta professionale unica, di quelle che fanno vacillare tante certezze: prendere il posto di un altro italiano, il bergamasco Livio Magoni, come allenatore della fuoriclasse slovacca Petra Vlhová, fresca di festeggiamento per la conquista della coppa di cristallo generale e di due medaglie d’argento ai Mondiali di Cortina d’Ampezzo. Alla fine Deflorian ha detto no, ma sicuramente qualche notte insonne l’ha passata per decidere se salire o no su quel treno. Lo raggiugiamo non in pista, ma in una pausa lavori a Milano dove sono in corso riunioni tecniche in vista della prossima stagione.

«Per ora stiamo facendo lavoro di “ufficio”. Torneremo in pista a giugno, vediamo se la pandemia ci consentirà di ad andare in Sudamerica – ci spiega al telefono –. Veniamo da una stagione particolare: per fortuna da addetti ai lavori l’inverno è stato quasi normale. Certo senza pubblico colpiva il “silenzio” vissuto al traguardo».

Adesso sei il tecnico che ha detto no alla vincitrice della Coppa del mondo generale!

Non è stata una decisione facile: seguire Petra Vlhová sarebbe stata sfida decisamente interessante. Ho detto di no perché l’impegno è già grande così, ho due bambini piccoli e dopo l’esperienza in Canada non potevo sparire di nuovo per buona parte dell’anno per un’altra esperienza all’estero.

Resta la soddisfazione per una chiamata di questo genere…

Essere cercati da un atleta di questo livello è una soddisfazione enorme. Mi ha chiamato prima Matteo Baldissarutti, l’allenatore che fino all’anno scorso collaborava con Magoni, poi Stéphane Mougin, responsabile della Rossignol e ho parlato anche con il fratello di Petra. Dalla mia avevo l’esperienza all’estero, la conoscenza dell’inglese e la preparazione dallo slalom alla velocità, fondamentale per un’atleta che punta alla Coppa del mondo generale. Il contratto? Sarebbe stato sicuramente importante, ma non ho voluto arrivare alle cifre per non farmi condizionare.

Una scelta per la famiglia, ma non solo…

Mi sono ritrovato a decidere tra due opzioni stesso peso, ai livelli più alti che ci siano nel settore. In questo momento l’organizzazione in Italia è quasi perfetta. Stiamo lavorando tutti nella stessa direzione, in sintonia, e ci sono possibilità e buoni stimoli per il futuro. C’è un bel gruppo e i risultati sono arrivati anche quest’anno con le Coppe di specialità per Goggia e Bassino (che si è presa anche una medaglia mondiale). La Brignone ha faticato dopo una buona partenza, ma riconfermarsi immediatamente non è mai facile.

Per il futuro quali nomi dobbiamo segnarci sul taccuino?

Laura Pirovano è brava nella velocità e sicuramente si può puntare su di lei anche per il gigante in cui è stata campionessa mondiale juniores. Poi c’è da recuperare Nicol Delago dopo l’infortunio al tendine d’achille.

 

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