Dall'intervista pubblicata su "L'Unione Monregalese"
Ci sono passioni che si esauriscono nel giro di pochi mesi, pochi giorni o anche pochi minuti. Capita anche, però, che quella passione non si esaurisca mai e ogni giorno sia sempre come la prima volta. Per Simona Mancini, carrucese classe 1976, il twirling è una emozione che non si spegne mai. Abbiamo fatto con lei una interessante chiacchierata poco prima che si apprestasse a fare da giudice ad un evento a Cantalupa. Oggi è la direttrice tecnica del Twirling Carrù, uno dei vanti dello sport monregalese. Ieri campionessa, stella e anche tra i pionieri di questa disciplina in terra carrucese.
Simona, la prima domanda è la più classica: come hai iniziato?
Ho mosso i primi passi in questo mondo quando avevo 6 anni. Per due anni eravamo come delle majorette, poi il Twirling è diventato un’attività vera e propria, con una Federazione. Dalle feste dalle sagre di paese si è evoluto tantissimo. Dal folklore allo sport, il passo è stato grandissimo.
La tua carriera è stata costellata di vittorie e partecipazioni di alto livello …
Ho appunto iniziato da bambina e crescendo sono stata la prima atleta della nostra società ad arrivare in Serie A, che allora si chiamava Prima Divisione. Era arrivato apposta dagli Stati Uniti anche un coreografo che seguiva me e le mie compagne. Quando sono stata convocata in Nazionale ho preso parte ai Mondiali del 1990 in Texas, a San Antonio. Ho vestito la maglia della Nazionale dal 1990 al 1996 e il mio traguardo più importante è stato l’ottavo posto ai Mondiali del 1995 a Ginevra. Quelle emozioni sono ancora scolpite nel mio cuore e nella mia mente. Avevo realizzato un sogno soprattutto perché in quel momento avevo chiuso la performance con una buonissima prova dopo tanti allenamenti e sacrifici.
Per chi volesse avvicinarsi a questo sport come possiamo descriverlo?
Il Twirling nasce negli Stati Uniti. È un mix di ginnastica artistica e ritmica su una base musicale in cui però c’è un attrezzo solo che è il bastone. La preparazione è fondamentale ovviamente: 9-10 ore di allenamento ogni settimana. C’è una parte di danza classica e la dinamicità della ritmica. Il lavoro corporeo è completo. Si sviluppano capacità motoria, destrezza, coordinazione, memoria e capacità di ascolto. Inoltre serve una grande capacità mentale nel coordinare la musica con i movimenti; anche in caso di errori bisogna subito pensare al movimento successivo per rimanere all’interno della musica. Ci sono diverse specialità nel twirling agonistico... Individual, sia femminile che maschile, duo, team e gruppo. La specialità comprende da 5 a 9 elementi, il gruppo oltre i 10 elementi.
Come si vive all’interno del mondo del Twirling Carrù?
Questa è una delle società più antiche d’Italia, da ben 51 anni. Abbiamo tante atlete, tante ragazze a cui dedichiamo tempo e capacità per farle crescere. Come direttore tecnico coordino due insegnanti. Abbiamo 6 allenatori in tutto. Nella dirigenza ci sono ex atleti e allenatori che quindi hanno le giuste conoscenze e capacità per portare avanti il club nel migliore dei modi. Fortunatamente ci sono anche alcuni genitori che danno una mano. La collaborazione tra tutti è importantissima.
Cosa ti aspetti nel prossimo futuro?
Innanzitutto puntiamo al titolo italiano di Serie B e C dopo aver vinto i titoli regionali. E anche il titolo Junior di Serie A. Inoltre lo scorso anno Giulia Bruno ha conquistato il titolo tricolore di Serie B e non accadeva dal 1989. Un grande risultato. Vogliamo portare avanti il nostro lavoro e farlo al meglio. La nostra società è sempre tra le prime 5 a livello nazionale. La passione ci guida a continuare.
