Siamo nell’area dell’ex stazione ferroviaria, a fianco della Fondovalle di Carrù, dove tra qualche mese sorgerà il cantiere per la nuova rotonda. Da un lato i capannoni demaniali che sono stati già abbattuti, dall’altro l’“ecomostro” delle vecchie acciaierie, che resta lì, immobile. Dentro ci sono ancora i sacchi pieni di materiale da lavorazione e grossi cumuli di polvere ferrosa. È una vicenda contorta, tipicamente “all’italiana” di cui si è tornato a parlare.
Sebastiano Sampò, in qualità di presidente Arasis (l’Associazione rischio amianto e sostanze inquinanti per la salute di Mondovì e Val Tanaro), ha scritto giovedì scorso al sindaco di Carrù e alle autorità sanitarie (Spresal Asl e Arpa Piemonte). Nel gennaio 2020, come riportato da “Unione Monregalese”, la questione della bonifica, dopo oltre 15 anni, sembrava (...).
Servizio completo su "Unione Monregalese". Sei abbonato? CLICCA QUI