Luca Filippi e il ritorno al futuro: «Il nuovo capitolo del Gran Turismo»
Dall'intervista pubblicata su "Unione Monregalese"
L’ultima volta era stato nel 2013. Nel mondo del Gran Turismo correva assieme ad Andrea Montermini, alla guida di quella Ferrati 458 Italia che vinse il Gt Open. Nominalmente però non ne resta traccia perché erano gli anni in cui Luca Filippi gareggiava anche in IndyCar: «Una grande opportunità che mi convinse ad accantonare per un attimo il Gran Turismo». Ora, otto anni dopo, un lasso di tempo sufficiente ad addolcire le scelte e rimettere in ordine priorità, il pilota monregalese è tornato in quel mondo. La Ferrari è (quasi) sempre la stessa, non fosse che il modello è quello successivo, il 488. Lo abbiamo intercettato al termine del week end di gare in Sicilia a Pergusa: un buon passo per il suo equipaggio (nel Gran Turismo Endurance le gare durano tre ore e i tre piloti si alternano alla guida) composto dall’albese Matteo Greco e Fabrizio Crestani, costretti però al ritiro per un problema tecnico.
Luca, come è stato per te questo ritorno al passato?
L’esperienza è meravigliosa, la Ferrari è una macchina che mi piace tantissimo. A livello di corse, per me è il momento di ri-orientarsi nel Gran Turismo, prima, era un “ripiego”. L’IndyCar mi dava l’opportunità di ambire al professionismo in Formula (Formula 1 e Formula E), capitoli ormai archiviati.
In Sicilia prima tappa del campionato Gt Endurance con il team Easy Race. Come ti sei trovato?
Su una macchina che ho avuto modo di testare pochissimo, devo dire che mi son trovato subito bene. In qualifica eravamo secondi e in gara stava andando tutto secondo i piani, l’ambizione sicuramente era quella di andare a vincere. L’Audi vincente girava una ventina di secondi dietro. Poi, proprio poco prima che dovessi entrare io, è salita la temperatura del cambio, per un problema di perdita dell’olio. I nostri meccanici hanno provato a capire se fosse risolvibile ma purtroppo non c’era altra scelta che il ritiro. Peccato perché è un campionato corto, avevamo le carte in regola.
In Gran Turismo corri anche in Sprint…
Sì, sempre con la Ferrari, ma in un altro team. A Monza la prima gara è andata bene, abbiamo vinto nella categoria Pro-Am (l’equipaggio misto tra piloti professionisti e non). L’opportunità è quella di fare bene, nella mia parte di “stint” con la Ferrari ho registrato il tempo più veloce. È un bel modo per confrontarmi anche con altri piloti Pro.
Il mondo della Formula E è ormai passato?
Sto facendo alcuni collaudi importanti per le gomme della Formula E e anche altro lavoro “dietro le quinte” con il vecchio team Nio. Parte della mia professione, è legato allo sviluppo e al test di alcune componenti. Ho uno storico importante e il privilegio (o la sfortuna) di essere uno dei “esclusi” d’eccezioni dal mondo delle Formule. Sono due livelli diversi: quello lavorativo, del collaudo e quello sportivo, legato alle corse.
Tra Gp2 e le tante esperienze in pista, qual è quella che ti dà la “botta d’adrenalina” maggiore?
Per me niente è come la IndyCar: difficile, divertente, potenza pura, nessun controllo elettronico. Essendo una corsa americana si privilegia l’aspetto sportivo e dello spettacolo, il pilota si affaccia al weekend sapendo che può arrivare indifferentemente primo o ultimo. Mi ricordo l’attesa, di tensione pura. In Europa invece la tecnologia viene prima.
Prossimi appuntamenti? (e naturalmente in bocca al lupo)
Crepi… Il prossimo Gt sprint è Misano: ci siamo preparati bene. L’ambizione è di poter aver un futuro nella categoria Gran Turismo. In ballo c’è anche il mondiale Ectr elettrico con la “Giulia”…
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