Più volte sulle nostre pagine, a questa stagione, si è rievocato il momento importante del referendum realizzato nel 1946 ad un anno dalla fine della guerra e della dittatura. E si sono documentate le scelte dei monregalesi sull’opzione secca tra Monarchia e Repubblica, con il risultato nazionale che vide primeggiare l’assetto repubblicano.
Una scelta vissuta nella libertà ritrovata dopo tempi bui, che avevano sfigurato il Paese. Una svolta che ha attinto alle istanze coltivate nella lotta di Liberazione. Con la gente che si sentiva interpellata in prima persona sul futuro da imboccare, dopo le macerie di conflitti e di fascismi. Alle urne finalmente poterono recarsi anche le donne!
Ora sono esattamente 75 anni da quel primo gesto di responsabilità dal basso, nelle mani dei cittadini, unitamente all’elezione della Costituente per dare il volto democratico allo stare insieme come comunità civile.
E la Repubblica che è stata “vissuta” finora, pur con tanti limiti e ombre, con passaggi cruciali e complessi, pagine critiche e inquietanti, tornanti oscuri come nella bufera
del terrorismo, eventi disastrosi sui territori… ha retto ed ha tenuto, riproponendosi ancora come “un formidabile strumento di civiltà” nonché “un cantiere impegnato a progettare il futuro” (come ha detto il presidente Mattarella, in un ampio messaggio inviato a “Famiglia cristiana”, la scorsa settimana).
Anche se il ruolo di “cittadini” va sempre rimesso a fuoco perché ci si senta responsabili gli uni degli altri, in una esperienza democratica, che fonda i diritti e i doveri di ciascuno, dentro un percorso condiviso e comune.
Mattarella insiste molto sulla convinzione dell’essere e farsi cittadini, coniugando libertà, democrazia e pluralismo. Stando insieme, con le diversità che non lacerano ma si fanno preziosa risorsa (ancorchè da far emergere con sforzo, fatica e rispetto).
Per questo il presidente cita “un’etica civile” che si è sviluppata grazie alla Costituzione, con il primato assegnato alla persona, con la passione per il bene comune e con l’indispensabile solidarietà.
Nell’ora in cui il Paese vuole uscire, con consapevolezza, dallo tsunami della pandemia, dopo tante sofferenze, il sentirsi avvolti dai punti fermi della Costituzione aiuta ad individuare la rotta, contando su una coesione – pure ricordata da Mattarella – come scelta di fondo, da mettere nelle mani dei giovani… a cui tanti sindaci in questi giorni stanno consegnando appunto il testo della nostra Carta costituzionale. Resta la vera linea-guida per l’oggi ed il domani, da cittadini.