A Niella Tanaro il campo sperimentale per coltivare la Nigella

Un fazzoletto di terra, tra le colline di Niella, affidato all'Associazione Fondiaria Monregalese, su cui l'Associazione Nigella sta lentamente recuperando le tecniche per coltivare le antiche segetali. Piante che un tempo trovavano il loro spazio naturale tra le colture del grano e che progressivamente, con un'agricoltura sempre più mirata e con l'uso dei pesticidi, si sono progressivamente diradate, fino quasi a sparire. In Piemonte si consideravano praticamente scomparse: l'associazione Nigella presieduta da Mauro Benedetto si propone di recuperarle e rimettere a punto un disciplinare di coltivazione da mettere a disposizione di chi voglia a sua volta coltivarle. Un progetto che si inserisce nella direzione portata avanti dall'Amministrazione e dalle altre associazioni di Niella: la tradizione legata alla filiera del grano.

Nella mattinata di sabato 12 giugno l'associazione Nigella ha presentato il proprio campo con un'inaugurazione ufficiale. Due filari fioriti di Nigella Sativa hanno accolto i visitatori, mentre in fronte due o tre alti cespugli di Agrostemma Gitago facevano bella mostra di loro. Altre piante ancora cresceranno, quelli visibili sono i primi frutti delle semine autunnali, che i volontari stanno curando, annotando scrupolosamente ogni azione e ogni avvenimento per poter confrontare i percorsi delle varie semine.

Stamattina si è tenuta l'inaugurazione ufficiale del nuovo spazio: a fare gli onori di casa il presidente Mauro Benedetto, con l'intervento del sindaco Gian Mario Mina, del presidente della Pro Loco Emanuele Rovella. Erano presenti anche Gianpiero Olivero dell'Associazione Fondiaria Monregalese, il presidente del Comizio Agrario monregalese Attilio Ianniello, Marzia Milano, erborista, il consigliere regionale Paolo Bongioanni e Rocco Pulitanò dell'Atl Cuneo. Inoltre, era presente Matteo Garra, che ha concesso l'uso del terreno su cui sono state impiantate le coltivazioni. «Sui portali botanici Nigella e Agrostemma sono dati estinti alle nostre latitudini - ha spiegato il presidente Benedetto - il fiore aveva un ruolo importante nel nostro paese, ha fatto parte della sua storia, una storia che ci è arrivata tramite i simboli, gli stemmi che i niellesi hanno voluto inserire tra le cose che ricordano il paese. Mettere un fiore all'interno di uno stemma vuol dire tante cose».

«Vogliamo riconsegnare alla comunità questi due fiori in modo che tutti possiamo usufruirne, riscoprendo anche gli utilizzi del seme, dall'erboristica ai cosmetici. Ruolo dell'associazione è farlo conoscere».

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