Tanto per cambiare, siamo al paradosso. Il Piemonte è una regione virtuosa nei vaccini, che ha ormai superato i 3 milioni di dosi somministrate (il totale esatto è di 3.075.450). Ma a mettere i bastoni fra le ruote ci pensano le direttive nazionali. Che negli ultimi giorni hanno bloccato la seconda dose AstraZeneca per gli under-60.
Risultato: tocca riprogrammare tutta la campagna vaccinale, per dare le seconde dosi (con lo Pfizer) a chi aveva già fatto la prima con uno di questi lotti. Ma, così facendo, tocca rallentare le prime dosi per altri.
E il presidente Alberto Cirio non la prende tanto bene: «Viviamo una situazione paradossale. Abbiamo la necessità di somministrare 50-60 mila seconde dosi agli uder-60, ovvero quelli che hanno fatto la prima dose a marzo. Persone che hanno fatto la prima con AstraZeneca e ora dovranno fare la seconda con Pfizer, e questo non era previsto. Non vorremmo che il Piemonte, che è partito prima, ora si trovasse penalizzato: ho sentito il generale Figliuolo e ho chiesto che ci vengano garantite le 50 mila dosi aggiuntive per non dover riprogrammare le altre somministrazioni». E aggiunge: «Sarebbe comunque auspicabile che la comunità scientifica si esprimesse con modi e tempi diversi, per non generare continua confusione e sfiducia».
La struttura commissariale del generale Figliuolo ha accolto, con un primo passo, la richiesta del presidente Cirio di tenere conto, nella distribuzione dei vaccini alle Regioni, della riprogrammazione necessaria sulle seconde dosi di AstraZeneca. Il Piemonte riceverà un primo rinforzo di 8 mila dosi Pfizer da destinare ai richiami di AstraZeneca per gli under60, che come noto dopo le nuove indicazioni dell’autorità sanitaria nazionale sull’uso dei vaccini sono da fare con un vaccino alternativo (appunto Pfizer o Moderna). «Un primo passo che apprezziamo - sottolineano Cirio e l’assessore Icardi –. Attendiamo al più presto il resto della compensazione per procedere velocemente con i richiami programmati».