È un vero “terremoto politico ed amministrativo” quello che si è abbattuto la mattina di martedì 29 giugno su Dogliani e sugli altri Comuni in convenzione associata di segreteria. Tramite un comunicato stampa, il Nucleo di Polizia economica e finanziaria di Cuneo della Guardia di finanza ha infatti annunciato l’arresto dell’ex sindaco di Santo Stefano Roero, Renato Maiolo, e del segretario comunale Anna Maria Di Napoli, professionista che ricopre lo stesso ruolo attualmente proprio anche in Comune a Dogliani. Si è ovviamente in fase di indagine (i fatti riguardano Santo Stefano Roero, mentre il Comune di Dogliani è estraneo), ma le accuse rivolte agli indagati sono “pesanti”, tanto da far scattare appunto le ordinanze cautelari, disposte dal Gip del Tribunale di Casti, Francesca Di Naro. Contattato dalla nostra redazione, il sindaco Ugo Arnulfo commenta: «Attendiamo con fiducia l'esito delle indagini e auguriamo al segretario di chiarire al più presto la sua posizione. Ribadiamo che il nostro Ente non è assolutamente coinvolto nelle operazioni, che fanno riferimento per altro a fatti accaduti qualche anno fa». Durissima la presa di posizione della minoranza guidata dal capogruppo Modesto Stralla che, con una lettera indirizzata alla maggioranza, chiede le dimissioni di sindaco e Giunta
Lettera della minoranza: «Dimissioni immediate della Giunta, non parteciperemo al Consiglio comunale di domani»
Nella lettera, firmata dall'intera minoranza, si legge: "La situazione che è venuta a crearsi ci costringe, anche per salvaguardare il buon nome della città di Dogliani, a chiedere le dimissioni immediate dell'attuale giunta che, pur a conoscenza degli atti in corso nei riguardi della dott.ssa Di Napoli alla data dell'assunzione in carico nel nostro Comune, apparsi sui giornali, non ha fatto una logica e necessaria riflessione sull'opportunità di avvalersi di tale collaborazione. Pur senza mettere in discussione le capacità lavorative della dott.ssa Di Napoli, la minoranza non ritiene più possibile che possa continuare questa collaborazione, fin tanto non sia chiarita la situazione, pur riconoscendo che ad oggi non esiste condanna, per cui riteniamo la stessa innocente fino a prova contraria. La motivazione primaria della richiesta di dimissioni dell'attuale Giunta, sta nella sfiducia che la popolazione ricaverà da questo fatto e dalla scarsa lungimiranza nella scelta di collaboratori di così alto profilo nella guida di una città come Dogliani. Esprimiamo, nostro malgrado, quali consiglieri di minoranza, un notevole disagio e anticipiamo la nostra assenza al prossimo Consiglio comunale (in programma domani, 30 giugno, ndr.), se pur dovesse essere svolto con segretario supplente. Non ci sono motivazioni personali dietro questa missiva, ma un atto dovuto, nel rispetto dei doglianesi che hanno diritto ad una conduzione esemplare delle attività amministrative, senza che si insinuino dubbi o, peggio, si presentino nuvoloni all'orizzonte".
Nessun coinvolgimento del Comune di Dogliani
Quella che è stata ribattezzata operazione “Feudo” vede al centro della scena l’ex sindaco di Santo Stefano Roero, il segretario comunale, un architetto ed un geometra ai quali erano stati frequentemente conferiti incarichi tecnici, tutti ora agli arresti domiciliari, nei loro confronti è stato eseguito un sequestro preventivo di beni e valori per un ammontare complessivo di oltre 70 mila euro. Il provvedimento costituisce l’epilogo di un’articolata indagine, diretta dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Asti, Davide Lucignani, su incarico della Procura Regionale della Corte dei Conti, volta ad accertare presunti sprechi di denaro pubblico da parte dell’Amministrazione comunale (destinataria, negli ultimi 15 anni di circa 15 milioni di euro di finanziamenti statali), che avevano determinato, nel 2019, un deficit finanziario per oltre un milione e 300 mila alle casse dell’Ente locale roerino, peraltro commissariato da settembre 2020. «Le indagini hanno permesso di accertare molteplici condotte delittuose di coloro attualmente sottoposti alle misure cautelari, gravemente indiziati, a vario titolo, di truffa aggravata ai danni dello Stato, turbata libertà degli incanti e falsità materiale ed ideologica in atti pubblici – spiegano dalla Guardia di finanza –. All’ex sindaco sono contestati anche i reati di peculato, minacce e detenzione abusiva di armi. I finanzieri del Nucleo Pef, portando alla luce le cause del dissesto finanziario del Comune di Santo Stefano Roero, hanno accertato l’esistenza di un sistema fraudolento, basato sulla canalizzazione di ingenti contributi pubblici per la realizzazione di opere edilizie, alcune anche inutili o inutilizzate. All’interno delle progettazioni per la realizzazione delle varie opere, venivano inserite spese ingiustificate e gonfiate, in modo tale da ottenere ingiusti profitti, a danno delle risorse comunali». Le Fiamme Gialle hanno inoltre accertato che l'ex sindaco avrebbe sottratto somme di denaro dalle casse del Comune, appropriandosi anche di altri beni, facendo anche eseguire lavori agricoli nei propri terreni ed addebitandoli al bilancio comunale.