Sarà un’intensa settimana di grande spettacolo a Mondovì, la prossima, con un tris di spettacoli a distanza di pochi giorni in piazza d’Armi. La stagione teatrale estiva organizzata da Comune di Mondovì e Fondazione Piemonte dal Vivo che si svolge nel solo mese di luglio entra nel vivo, con tre date dedicate a tre grandi “solisti” del teatro e dello spettacolo in generale. Si incomincia il 12 luglio, martedì, con l’appuntamento con Marco Paolini. L’artista veneto, uno dei grandi nomi del teatro di narrazione, in grado di tenere il palco anche per molte ore di seguito senza altro supporto che sé stesso, la propria voce e la forza delle proprie storie (a tal proposito ricordiamo il tour de force che portò a termine a Monforte, nel 2017: oltre cinque ore di spettacolo senza alcun arredo scenico né costume) doveva essere uno dei protagonisti della stagione teatrale autunnale: il suo spettacolo saltò a causa delle normative anticovid. Tra gli artisti che dovevano essere presenti a Mondovì il suo nome è l’unico che ritorna sul cartellone (le motivazioni sono state in parte spiegate da Clara Macis della Fondazione Piemonte dal Vivo: le produzioni per l’inverno e per l’estate sono molto diverse tra di loro e spesso non adattabili. A ciò si aggiungono le incognite legate al Covid, che non facilitano per molti la ripresa). Paolini non porterà in scena la storia di “Filò, Filò” riflessione sull’impatto della tecnologia sulle nostre vite, sulla scia del suo spettacolo “Avventure di numero primo” previsto per l’autunno. Sarà in scena invece con “Teatro tra parentesi” nato dalla riflessione su quanto è accaduto e sta accadendo. Pensata durante il primo lockdown, la serata aggrega storie autobiografiche che si collegano, alimentando una narrazione che riflette sull’attualità e indica, con le sue stesse modalità, un ruolo possibile per lo spettacolo dal vivo in tempo di Covid. Un tempo di “Teatro tra parentesi”. Lo spettacolo inizierà come sempre alle 21.
Rossi e Buffa, dall’arlecchino allo sport
“Pane o libertà” la proposta di Paolo Rossi (sarà in scena il 14 luglio) è difficile da inquadrare e da riassumere in poche righe, non avendo un’identità ben definita: sarà uno spettacolo molto libero, con un testo in grado di spaziare a seconda dell’estro dell’artista, struttura tipica dell’one man show, come in questo caso. Rossi è accompagnato da un ensemble di musicisti, propone un monologo che spazia dalla Commedia dell’arte al teatro greco, un viaggio tra generi e epoche dello spettacolo, per riflettere, in fondo, su un unico tema: il lavoro e il ruolo sociale dell’attore. Dall’arlecchino allo stand up comedian. Infine, il 17 luglio, Federico Buffa: popolare giornalista televisivo, con la sua cultura ha saputo dare una nuova impronta al racconto dello sport, contestualizzando il fatto agonistico in una cornice storico-culturale, ma soprattutto umana, tale da creare un racconto di grande suggestione. Cosa c’è dietro un trofeo, una medaglia, un gesto, una finale vinta o persa? La formula di Buffa è consolidata fin dai primi successi di Sky: musicisti dal vivo (e a teatro è accompagnato dal pianista Alessandro Nidi) in grado di sottolineare con un puntuale commento musicale ogni inflessione del racconto, e la voce narrante di Buffa, libera di condurre uno storytelling tra testo scritto e improvvisazione,