RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO. Appena varcata l’entrata del giardino dei signori Quartara, a Piozzo, in località Mirra, mi è venuto in mente il libro “Il giardino segreto” di Burnett, dove si racconta la storia di due bambini che scoprono, celato da un muro ricoperto di edera e rovi, un giardino non più curato da tanto tempo. Il giardino dei signori Quartara, la cui mamma, Teresa Musso, è nata e vissuta nella casa adiacente, faceva parte dell’ormai fatiscente fabbricato della Mirra risalente al 1600 che comprende la chiesa e una casa per gli esercizi spirituali, ricostruiti su una chiesa più antica, dove, al suo interno, nascosto dietro l’abside, vi è l’affresco di una Madonna in mandorla tra le più belle del Monregalese. Il giardino fu allestito in seguito, nel 1700 e, stando ai documenti trovati nell’archivio parrocchiale che attestano le spese per i lavori svolti, dagli scalini acquistati a Mondovì dal “picapietre” Quadrone, ai colori per dipingere gli affreschi “trompe l’oeil” ai tre angoli del muro, al pavaione o alle pile per sorreggere gli alveari, si comprende che doveva essere davvero un bel giardino: luogo di lavoro, pace e preghiera, un antico hortus conclusus. Dopo anni di abbandono, invaso da rovi e canne, con i muri ricoperti dall’edera e quant’altro cresciuto in rigoglioso disordine, il giardino è stato acquistato dai signori Quartara: ci voleva coraggio, tanta buona volontà e un ricordo riemerso dall’ immaginario. Ma chi ha vissuto per tanto tempo alla Mirra, ha partecipato alla vita di quella comunità aspettando la festa della Madonna della Mirra, ha conosciuto don Civalleri che con la perpetua Marieta lì ha abitato, svolgendo funzioni di sacerdote e di maestro di scuola, e soprattutto ha visto la Mirra curata in tutto il suo splendore, non poteva restare insensibile a tanta incuria e desolazione. Dopo l’intervento e il benestare della Sovrintendenza, si è proceduto al disboscamento per cui si è dovuto ricorrere all’aiuto di un escavatore, per passare poi al livellamento del terreno, alla messa in sicurezza degli affreschi, al consolidamento del muro e il ripristino dei coppi sovrastanti. Tanto lavoro, svolto nel migliore dei modi, grazie a consigli e suggerimenti pertinenti e con l’aiuto della manodopera locale, a chilometri zero. Ora il giardino è un quadrato di pace e di cielo: racchiuso da un cancello nuovo, ma volutamente lasciato arrugginire per far intuire, al suo interno, il lungo il corso del tempo con tutta la sua storia, rifiorito anche lui, da un desiderio nascosto. E chissà che l’impegno dei signori Quartara non possa trovare emuli, in modo che il recupero possa estendersi anche a tutto il fabbricato. Ce lo auguriamo di cuore!
di Felicina Priola