In molti, la scorsa settimana a Mondovì, hanno notato un grande stormo di gabbiani, in sosta nei prati dell’Altipiano, a pochi metri dalle case. Gli animali, per nulla intimoriti dalla presenza di auto e persone, sono rimasti in zona per un paio di giorni, prima di ripartire per una nuova destinazione. Anche se normalmente si tratta di un numero ridotto di esemplari, i gabbiani sono ormai diventati presenza abituale pure nelle nostre pianure. Ma perché questi uccelli scelgono sempre più spesso di vivere anche lontani dal “loro” mare? Lo abbiamo chiesto al santalbanese Mauro Fissore, funzionario del servizio di vigilanza Guardiaparco del Parco Alpi Marittime e sindaco di Morozzo, tra i massimi esperti di zona. «Il gabbiano è un animale nomade, quindi per lui è normale spostarsi e se si sposta, ovviamente, lo fa per una “convenienza personale”, spesso legata al cibo – ci ha spiegato –. Per comportamento il gabbiano è un po’ una “cornacchia del mare”, è un opportunista, si adatta alla situazione, è uno spazzino, ma anche un predatore e mangia di tutto. Qui da noi approfitta soprattutto dei rifiuti, ma mangia anche i piccoli dei piccioni e di altri uccelli, quindi frequenta spesso le aree urbane. Non è strano neanche vederlo tra i campi coltivati, dove la terra smossa può offrigli l’opportunità di banchettare con piccoli roditori o talpe. Molto probabilmente una delle cause dei suoi spostamenti verso l’entroterra è anche il riscaldamento del mare. Quando l’acqua diventa più calda infatti i pesci di superficie si spingono più in profondità per cercare refrigerio e il gabbiano, che non è un tuffatore come invece ad esempio lo è il cormorano, va in difficoltà e inizia a cercare cibo “diverso”, più facilmente reperibile. Contrariamente a quel che possiamo pensare, i gabbiani che vediamo qui non arrivano dalla vicina Liguria, ma dall’Adriatico. Il gabbiano infatti parte dalla foce di un fiume, in questo caso il Po, e risale il corso d’acqua, fermandosi di città in città alla ricerca di cibo e arrivando, appunto, fino al Cuneese. Anche se si tratta di un nomade, in alcuni casi abbiamo già notato che alcuni gabbiani decidono di nidificare qui da noi – conclude Fissore –. Anche in questo caso però è sempre una questione di opportunità. Il gabbiano infatti non si “affeziona” al posto e dopo aver nidificato può benissimo decidere di cambiare zona, l’anno successivo. Quando nidifica qui da noi lo fa specialmente in alto, su edifici abbandonati o sulla sommità delle gru per l’edilizia, costruzioni che gli “ricordano” un po’ le scogliere sul mare, dal quale proviene».
I gabbiani del Monregalese non arrivano dal mar Ligure, sapete perché?
Mauro Fissore, tra i massimi esperti in materia, traccia un profilo molto interessante e spiega: «Il gabbiano è un po' una "cornacchia del mare", sceglie di vivere anche da noi ovviamente per opportunismo»