Se nella seconda giornata il rock poteva essere definito, con una lettura geometrica in uno spazio a due dimensioni, come un punto da cui le band si allontanano lungo una linea inizialmente retta per andarne a cercare i propri sviluppi e alcune di esse, come Black Midi o gli I Hate My Village le estremità, in questo sviluppo lineare, trovano magari una congiunzione riportando tutto ad una figura circolare, nella terza serata era inevitabile che il TODays festival spingesse il proprio ascoltatore a considerare nuovi elementi sul genere, ma un po' su tutta la musica.
Una nuova dimensione; la terza, appunto: quella dello spazio, il volume. Volume che non è solo in questo caso il potenziometro di un Hi-Fi che va a da 0 a 10, ma è quello che porta all’espansione dell'ego artistico di un autore, così come di una band, alla ricerca ed alla sperimentazione, nel nostro caso – vedremo – in profondità o verso l’alto.
E resta il rammarico a questo punto, di capire quale sarebbe stato il risultato se alla serata avessero partecipato anche i Black Clountry New Road, band che ha dato forfait a poche settimane dal festival e che, visto il pieno di critica super positiva del disco uscito nel 2021, si sarebbe posta in uno sviluppo della serata, tra IOSONOUNCANE e the Comet is Coming, per dare un effetto ancora più sorprendente.
Capita così che ad aprire la serata il compito sia andato agli svedesi ShoutOut Louds. La band chiamata a sostituire i Black Country New Radio ha svolto il compito proponendo il proprio indie-rock in piena linea con le aspettative ed il compito che la attendeva: accompagnare l’ascoltatore verso qualcosa di più ricercato, la terza dimensione appunto.
Premio: mi si nota di più se vengo o se non vengo
E se ci sono delle direzioni il set di IOSONOUNCANE ci ha portato verso il basso, una profondità cupa e densa, fatta di suoni ricercati e di strutture sonore elaborate, che vanno ben oltre qualsiasi aspettativa rispetto anche al percorso artistico tracciato da Jacopo Incani in questi 10 anni di carriera. Quello che, ne La Macarena su Roma veniva inquadrato come un cantautore da guardare con grande interesse per la capacità di portare innovazione nel genere, oggi viene visto e letto con tutt'altro occhio. Il progetto IOSONOUNCANE ha avviato un nuovo percorso che con IRA non si sa ancora a cosa porterà: abbandonata l'idea di un cantautorato più tradizionale, la strada sembra quella della ricerca sonora che nel live assume connotazioni davvero importanti. Il rischio però è quello dell’involuzione, del rendere il pensiero talmente profondo e denso da perderne il bandolo della matassa o quasi. Ed un po' questa sensazione durante il live la si percepisce. Lo spettacolo di Incani accompagnato alle macchine da due altri musicisti, è la ricerca di una profondità che rasenta l'avvio di un loop senza fine: abbandonata l'idea di proporre i brani più orecchiabili dei tre lavori prodotti fin qui, il set è un concentrato di suoni che nella dimensione temporale di un'ora di live tiene, convince e smuove l'ascoltatore, ma che presta il fianco a qualche perplessità.
Premio: pump down the volume
E come si va verso il basso the Comet Is Coming si pone in direzione ostinata e contraria, e non sarà un caso neanche il nome della band. La cometa sta arrivando e la band che ruota attorno al sassofonista King Shabaka, alias Shabaka Hutchings, al contrario fa della propria base ritmica costituita dalla batteria di Betamax Killer e dai sinth usati come un basso fuori misura di Danalogue un acceleratore di suoni e di propulsione che spinge verso l’alto il sax di King Shabaka e rapiscono l’ascoltatore.
Il live de The Comet Is Coming è travolgente, fisicamente e sensorialmente, per i volumi e per le dimensioni in cui i suoni vengono spinti: sapientemente strutturato lo spettacolo accompagna prima il pubblico, ammicca con una prima fase decisamente più danzereccia, e successivamente porta l'ascoltatore ad ampliare le proprie percezioni. Se iosonouncane parte dal cantautorato per arrivare ad una elettronica pura, the Comet is Coming attuano – si potrebbe dire – un procedimento diametralmente opposto: partono dall'elettronica e dalla dance per rapire l'ascoltatore (specie i più giovani) per condurlo in spazi jazz in cui forse difficilmente potrebbe giungere. Uno sviluppo musicale in cui emerge la grandezza artistica di King Shabaka che lo pone tra i massimi (e giovani) esponenti dello strumento degli ultimi anni, insieme a Kamasi Washington e Colin Stetson, ed in quella magica via tracciata in un genere troppo di nicchia come il jazz in passato da artisti come Sun Ra.
Premio: pump up the volume
In questa terza serata TOdays ci racconta dunque che la musica non ha confini, ed il suono ci porta in uno spazio onirico a cui abbandonarci, sia esso quello della profondità di un mare in tempesta che ci conduce nelle sue onde buie come la pece o siano esse le regioni più appartate della ionosfera e anche più in là nello spazio più sconfinato, alla ricerca di una luce che, prima o poi arriverà.