Chat Telegram dove monta la rabbia dei “no vax” contro le norme di contenimento della pandemia. Dalle minacce di bloccare il 1º settembre la circolazione dei treni, si è passati a mettere nel mirino esponenti del Governo, politici nazionali, regionali e locali, oltre a virologi ed esperti. Molto spesso, purtroppo, i messaggi istigano esplicitamente alla violenza. Preso di mira anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio che ha voluto rispondere con un messaggio pubblico.
«Non sono le minacce che mi spaventano, ma sapere che, nonostante tutto quello che abbiamo vissuto e affrontato, c’è ancora chi confonde il nemico da combattere. E il nemico è il Covid, non certo chi dentro e fuori la corsia di un ospedale mette la propria vita a repentaglio per salvarne un’altra. Né le istituzioni, che con ogni sforzo possibile stanno fronteggiando l’onda d’urto di questa pandemia. O gli organi di informazione, che questa emergenza cercano di raccontarla.
Mi spaventa sapere che ci sono persone che non potrò aiutare, perché non vogliono essere aiutate. Che concentrano le loro energie sul bersaglio sbagliato. Che minacciano senza rendersi conto che le vere minacciate sono loro. Basta guardare i ricoveri nelle terapie intensive per capire quanto il vaccino ci protegga, perché il 75% di chi in questo momento si ammala gravemente non si è vaccinato. Per cui io non arretro di un millimetro. Vado avanti con l’orgoglio di guidare una regione che ha messo tutta se stessa in questa campagna vaccinale, rendendola una delle migliori in Italia.
So di essere dalla parte del giusto, perché la parte del giusto è quella della scienza, della medicina e soprattutto dei risultati. Avere dei timori verso ciò che non conosciamo o per qualcosa di nuovo, inclusi un virus subdolo e il vaccino che vuole sconfiggerlo, è umano. Perché la paura fa parte dell’uomo. E l’abbiamo sperimentata tutti in questa emergenza. L’ho provata io. L’hanno provata i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri operatori sanitari. L’ha provata ogni onesto lavoratore. Ogni famiglia. Ma ora dobbiamo avere fiducia nella capacità straordinaria che gli esseri umani hanno di mettere la loro genialità a servizio della scienza e della vita. Ci è stata data una via d’uscita, usiamola».