Roberto Saviano è l’ultimo ospite per il gran finale del Festival della Tv di Dogliani. In duetto con lui sul palco il giornalista e reporter Corrado Formigli, che apre subito dedicando un applauso al compianto Gino Strada. «Cosa avrebbe pensato dell’obbligo vaccinale, lui che ha visto la gente morire di ebola in Africa sperando per un vaccino?».
«Più volte – risponde Roberto Saviano – mi sono soffermato a pensare a come si fa a comparare il vaccino alle stelle gialle della Gestapo. Come si è arrivati a un’aberrazione simile? Da un’assurda comunicazione di base. Se si inizia a far parlare tutti, secondo la propria opinione, tu non sai se c’è dietro un lavoro scientifico o meno. Fauci quando parla dagli Stati Uniti ha un risultato di ricerche, non è la sua lettura personale. Dietro c’è una paura frutto di questa mal comprensione. Io do responsabilità anche alla nostra sanità. Dove ci sono più investimenti nella sanità di base, c’è meno paura».
No vax
«Sono una grande galassia, frutto di frustrazioni. E parlo in maniera articolata: sei deluso dalla politica, dal lavoro. C'è dentro rancore e rabbia. Il grande urlo sguaiato che portava a votare il populismo. Il problema delle minacce via Telegram? I social sono una zona franca, oggi qualsiasi tipo di intervento ha il sapore della censura. Questo è il paradosso». Oggi i talebani comunicano su Twitter, mentre Trump è stato bannato. Saviano: «L'America guarda all'America. I talebani e il terrorismo vengono percepiti come lontanissimi».
Afghanistan
Riguardo alla questione Afghanistan e la ritirata degli Usa: «Non viviamo più in un mondo in cui sei innocente fino a prova contraria, ma al contrario. Se sento qualcosa di sospetto sul tuo conto, ci do credito. Ad esempio, succede con la narrazione dei talebani e gli americani. Certo, non sono mostri, si dice, ci nascondono la verità. Sono ragazzini pieni di fumo. Sono un'umanità incredibilmente manipolata, ma ciò non vuol dire che non siano responsabile di crudeltà. La maggior parte dell'hashish e oppio che consumiamo qui in Italia arriva dall'Afghanistan, i taleban si riforniscono così. Bisogna chiamarli per quelli che sono: narcotrafficanti. Tutto l'islam va a nascondere i loro traffici».
Governo Draghi
Sul tema Governo, Corrado Formigli sottolinea: «Non è mai successo che un presidente del Consiglio sia così lontano dai giornalisti come il premier Draghi. Al di là del buono e cattivo». «Il rischio dell'unanimismo c'è – riflette Saviano –, ma è dovuto anche al fatto che manca una vera e propria opposizione, che è il muscolo cardiaco di ogni Governo. Ci sono certi temi completamente dimenticati: il Sud, le mafie, gli schiavi nell'agricoltura. Si vede anche qui, in questi posti di vino».