Confindustria ottimista: «Andiamo verso la ripresa». Ma il problema restano le materie prime

«Soffia il vento della ripresa». Lo affermano i vertici di Confindustria Cuneo, che ieri hanno presentato i dati del report trimestrale: «C'è forte ottimismo sul futuro a breve - affermano -. La ripresa del manifatturiero continua, tutti i suoi indicatori si consolidano e le attese sulla produzione sono le migliori dal 2018, con un recupero generalizzato in tutti i settori, il che dice molto, considerati i mesi da cui proveniamo». Permane però un problema, sempre pesante: le difficoltà nel reperimento della materie prime. Ferro, acciaio, plastica eccetera: hanno tutte subito un'impennata di costi, da mesi. E le aziende si trovano in una situazione paradossale: arrivano gli ordini dei clienti, ma la produzione è "altalenante" a causa dei fornitori.

L'ANALISI DI CONFINDUSTRIA
Circa 300 imprese associate a Confindustria Cuneo hanno partecipato all’indagine di previsione per il quarto trimestre 2021 i cui risultati sono stati illustrati da Mauro Gola e Giuliana Cirio, presidente e direttore generale dell’associazione datoriale, affiancati da Elena Angaramo, responsabile del Centro studi, che ha curato la ricerca. Ospite d’eccezione della conferenza stampa è stato Marco Gay, presidente di Confindustria Piemonte, accompagnato dal segretario generale, Paolo Balistreri. «Volano le attese sugli ordini, gli impianti sono al pieno utilizzo, oltre al livello medio del ciclo economico normale, mentre si fanno sempre più robuste le aspettative in merito alla redditività. Sono più solide le previsioni di investimento. A conferma di questo, il ricorso previsto alla cassa integrazione scende a livelli fisiologici, i più bassi in Piemonte. Per i servizi la fiducia si stabilizza, sebbene gli investimenti restino deboli, ma con un notevole incremento delle prospettive di assunzione. Insomma, la Granda conferma il ruolo di locomotiva della ripresa a livello regionale, forte anche della diversificazione produttiva che la caratterizza». Nel manifatturiero il 30,8% delle circa 200 aziende del settore che hanno risposto al questionario indica un aumento della produzione, contro il 5,1% che si attende una diminuzione. Anche nei servizi gli indicatori migliorano in misura sensibile rispetto a tre mesi fa. E continua a scendere la percentuale di aziende che prospetta il ricorso alla Cig (dal 7,8% al 6,4%).

Per quel che riguarda il settore manifatturiero: le indicazioni che emergono dall’indagine di previsione condotta dal Centro studi di Confindustria Cuneo risultano espansive su tutti gli indicatori di previsione e sono buoni anche i risultati dei dati a consuntivo. Sale di 4,7 punti, dal +22,6% al +27,3%, il saldo sugli ordinativi totali, mentre quello sugli ordini export cede qualche punto e si attesta al +13% (+16,8% a giugno). Il tasso di utilizzo di impianti e risorse supera i valori medi di lungo periodo e si colloca al di sopra del livello di ciclo economico normale (da 74,8% a 77,5%). Il carnet ordini si mantiene ancora orientato al breve termine, pur traslando un po’ verso il medio. La media complessiva dei tempi di pagamento passa a 73 giorni (74 a giugno); scende di circa 9 giorni per la Pubblica Amministrazione (da 83 a 74 giorni).

Invece, per quel che riguarda le imprese dei servizi, il saldo sui livelli di attività raggiunge il +28,6% dal +23,1%; stesso valore (+28,6%) per gli ordini totali (dal +23,1% di giugno) e per l’occupazione (il saldo era pari al +15,7% nel terzo trimestre), mentre farà ricorso alla Cig il 6,4% delle aziende di servizi (erano il 7,8% a giugno). Cresce il tasso di utilizzo delle risorse aziendali (da 81% a 82,9%). Il carnet ordini si presenta più orientato verso il medio termine rispetto allo scorso trimestre. Si rileva un leggero aumento nei tempi di pagamento che sono in media pari a 63 giorni (59 a giugno) e a 94 giorni per le transazioni con la Pubblica Amministrazione (85 a giugno), con la quale ha rapporti di fornitura circa il 56% delle aziende di servizi intervistate.

IL PROBLEMA DELLE MATERIE PRIME
«Il fenomeno dell’aumento dei prezzi a ritmi più sostenuti di quelli pre-crisi è globale - afferma Confindustria - ed è legato, principalmente, alle difficoltà di reperimento di alcuni input primari (materie prime, semilavorati, forza lavoro specializzata). In presenza di blocchi alla produzione e alla circolazione delle merci per ragioni sanitarie, le catene globali del valore fanno fatica a soddisfare l’aumento della domanda, stante anche la velocità con cui essa è risalita. Nonostante la stabilizzazione in corso dei costi delle principali materie prime, gli incrementi registrati nell’ultimo anno hanno già concorso a mantenere elevata la dinamica dei prezzi a livello mondiale. Si tratta di fattori che non sembrano destinati a rientrare in tempi rapidi».

Il fenomeno è ben noto nel comparto manifatturiero e le aziende si trovano chiuse in un imbuto: «È una situazione dall'andamento altalenante - ci conferma Davide Mollo, segretario provinciale FIOM-Cgil -, che non sembra avere un orizzonte breve. Ferro e acciaio hanno raggiunto prezzi altissimi, la plastica è quasi irreperibile. Ci sono aziende che hanno un boom di richieste, ma non hanno le materie prime per soddisfare i clienti. per ora il ricorso alla cassa integrazione è limitato, ma non c'è continuità. E questo problema sta riguardando tutti, non c'è un settore meno colpito di altri».

Confindustria, però, vuole guardare al futuro guardando al bicchiere come fosse mezzo pieno: «L'export, il quale traina l’economia della nostra provincia e, nei primi sei mesi dell’anno, ha superato il livello ragguardevole raggiunto nello stesso periodo del 2019», afferma Gola. Giuliana Cirio: «C'è un "sentiment" positivo. In una situazione di crescita generalizzata come l’attuale, acquisisce importanza il ruolo di affiancamento e di sostegno alle imprese offerto dalla nostra associazione. Così come siamo stati vicini alle aziende nei mesi scorsi, cercando di contribuire a superare le difficoltà di vario genere incontrate dagli imprenditori, allo stesso modo possiamo cooperare nella fase espansiva grazie alle nostre competenze e ai nostri servizi».

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