Mancano ancora due mesi, ma a Farigliano gli addetti ai lavori stanno già pensando alla prossima “Fiera dei puciu”, appuntamento della tradizione previsto da sempre per il primo week-end di dicembre, a ridosso della ricorrenza di San Nicola, patrono del paese. Comune e Pro loco si stanno muovendo in maniera concreta, come spiega il sindaco Ivano Airaldi: «L’intenzione è assolutamente quella di organizzare l’evento, nel rispetto della nostra cultura e della tradizione popolare. Ovviamente dovremo tener conto delle disposizioni in materia di anti contagio da Covid. Qualche giorno fa c’è stato un primo incontro con la Pro loco. E tutte le parti in causa hanno ribadito la volontà di riproporre la Fiera, che si terrà sabato 4 e domenica 5 dicembre. Non mancherà la sempre attesissima “minestra degli uomini”, la zuppa di ceci e verdure, cotta, in un enorme pentolone sulla piazza, dagli uomini del paese, che si alternano accanto al fuoco per tutta la notte, in modo da poter servire poi la pietanza fumante la domenica a pranzo». Marita Barberis, presidente della Pro loco, conferma l’impegno dei volontari nell’organizzazione: «La Pro loco è pronta. Si potrà gustare la minestra passeggiando per il paese, oppure ritirarla “da asporto”, muniti di arbarelle o pentole, per poi gustarla comodamente a casa, come da tradizione. Sicuramente ci sarà anche tutta la parte della fiera, con bancarelle e stand di prodotti tipici locali, sulla piazza principale. I dettagli restano da definire, ma la Fiera si farà. Così come si farà anche la serata “bagna caoda”, la settimana prima. A breve pubblicheremo le locandine degli eventi che stiamo preparando».
Cibo e gioco: la storica minestra si sposa con la tradizione delle “bije”
Per l’edizione 2021, si lavora anche ad un’interessante novità: abbinare alla “minestra degli uomini” il gioco altrettanto tradizionale delle “bije”, i famosi birilli di Farigliano. Comune e “Associazione dei birilli” stanno unendo le forze per organizzare, proprio in occasione della manifestazione dicembrina, una tavola rotonda alla quale possano partecipare i rappresentanti dei molti giochi popolari del nord-ovest italiano. «Ci piacerebbe, nell’occasione, abbinare il gioco al cibo – aggiunge il sindaco Airaldi –. Alcuni giochi popolari hanno già questo connubio addirittura al loro interno, ad esempio le noci o il lancio del formaggio, altri invece, come le “bije”, potrebbero approfittare di un accostamento esterno. Nel caso dei nostri birilli, il parallelo viene naturale: anticamente, fin dai tempi di Isabella Doria, gli uomini lavoravano per tutta la notte alla cottura della minestra e il giorno seguente si gustava la zuppa fumante insieme, facendo festa, mentre le donne si sfidavano alle “bije”».