Oggi pomeriggio (29 ottobre), finalmente i bellissimi locali della "Bottega del vino Dogliani Docg", nelle storiche cantine del palazzo comunale di Dogliani, sono tornati ad ospitare un evento in presenza dopo tanto tempo. Numerosi addetti ai lavori hanno dato vita ad un interessante dibattito sugli scenari futuri che si prospettano per la "nostra" Langa, quella non ancora completamente contaminata dalla "monocoltura albese", e per il vino di casa nostra per eccellenza: il Dolcetto, dal quale nasce il "Dogliani Docg".
Durante la presentazione dell'articolo principale della rivista "Barolo & Co.", incentrato proprio sul Dogliani, sono emersi dati specifici. Il territorio che interessa la produzione del vino “Dogliani Docg” è rappresentato da 21 Comuni. Una grande area collinare che va dai 350 metri di Dogliani ai 750 metri di Murazzano. Langa autentica, fatta non solo di vigne ma anche di boschi, noccioleti, prati e seminativi. Qui lo spopolamento negli anni dell’industria ha lasciato posto a terre incolte e all’avanzata dei boschi... In realtà ha anche preservato il territorio dal cemento e dalle brutture ed oggi offre nuove ed interessanti opportunità. Il cambiamento climatico ha reso queste colline luogo ideale per la coltivazione di diversi vitigni che un tempo non sarebbero andati a giusta maturazione: per altri vitigni è àncora di salvezza, per mantenere freschezza e fragranza. Il turismo che cerca luoghi tranquilli e incontaminati dove fare camminate o pedalate ha scoperto un tesoro nelle nostre colline ed è in continua crescita. Ci sono poi la Dop “Murazzano” sul formaggio ovino, gli allevamenti di razza bovina Piemontese, i pregiati tartufi. La “nostra” Langa si presta quindi ad un interessante sviluppo. Ma quale futuro vorremmo per queste terre? E, soprattutto, cosa possiamo fare per una crescita equilibrata, che interessi tutto il territorio?
Al tavolo dei relatori, Giancarlo Montaldo (direttore della rivista “Barolo & Co.”), Anna Maria Abbona (produttrice vinicola e presidente della “Bottega del vino”), Davide Viglino (direttore di “Vignaioli Piemontesi”) ed Enrico Rivella (biologo ed esperto di paesaggio di Langa), con il coordinamento della giornalista Teresa Enrica Baccini.
Anna Maria Abbona, sui possibili sviluppi futuri: «L'appello è quello di riuscire a partire dai sindaci e da chi sta sul territorio. Dovremmo metterci insieme, per un progetto comune, dotarci di regole per lo sviluppo, collaborare e fissare obiettivi comuni. Lo sviluppo va guidato e progettato, con la consapevolezza di tutti, a partire dagli amministratori. Le prospettive sono tantissime. Questa è la vera Langa, tra colture, pascoli e allevamento. Noi dobbiamo essere i suoi custodi e dobbiamo farla crescere in modo equilibrato».