È sopravvissuto per raccontare. Raccontare che ce l’ha fatta. Che sia per caso, forza, fortuna, miracolo, attaccamento alla vita. La si dica come si vuole. Flavo Raso, 58 anni, è vivo. È entrato in Terapia intensiva all’Ospedale di Mondovì il 10 maggio, è stato dimesso il 19 ottobre. Cinque mesi, di cui tre e mezzo incosciente con tubo e respiratore. Poi si è risvegliato: «Pensavo fosse passata una settimana o due – racconta –, erano passati cento giorni». Ora è a Ceva per riabilitazione. «Mi hanno dato l’unzione degli infermi due volte. Se ripenso al giorno in cui mi hanno portato in Terapia intensiva, ricordo di essermi detto: devo farcela». Da fuori, la famiglia ha vissuto un calvario: «Non ricordo nemmeno quante volte ci hanno telefonato, per dirci: venite a dargli l’ultimo saluto, è finita», spiega la figlia Arianna. Invece no: non era finita.
Flavio Raso, di Busca, è il gestore dell’area di servizio Priero Ovest sulla A6, direzione Savona. Quella sulla strada verso il mare, per chi parte da Mondovì o Ceva. A maggio, Flavio ha preso il Covid. Non era ancora vaccinato, il turno per la sua fascia d’età non era ancora arrivato. Oggi afferma: «Se penso che c’è chi nega la pericolosità del Covid o dice di non volersi vaccinare… incredibile, incredibile». E ringrazia: «La dottoressa Ilaria Blangetti, primaria della Rianimazione e Anestesia a Mondovì, straordinaria. Una dottoressa di una tenacia incredibile. Lei, e tutto il reparto». Intervistiamo lui e la figlia, assieme.
Flavio, cominciamo dal giorno del ricovero. Cosa si ricorda?
Era il 4 maggio. Ci ho messo pochi giorni a
(...) Ulteriori particolari su L'Unione Monregalese del 10 novembre 2021. Sei abbonato on line? CLICCA QUI e leggi la news completa
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