Sabato 13 novembre va in scena la nuova edizione dei "Dialoghi Eula" a Villanova Mondovì, nella prestigiosa cornice dell'ex chiesa di Santa Caterina a Villavecchia, dopo lo stop legato alla pandemia.
Nonostante il Covid 19 abbia fermato tutti gli eventi il festival villanovese della buona politica non si è fermato, ed ha continuato ad irradiare dalla santa Caterina iperconnessa in partnership con Tiscali spunti di riflessione, dibattiti e grandi ospiti. "Dialoghi Eula Extra" ha tenuto banco per tutti questi mesi, proponendo incontri, tra gli altri, con il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, la corrispondente di Skytg24 in America, Giovanna Pancheri, l'ex ministro Giovannini e il numero uno del Censis, Giuseppe De Rita.
Anche per questo il ritorno in presenza, 21 mesi dopo l'ultima edizione, nella mattinata del 13 novembre, è particolarmente emozionante come ha ricordato il primo cittadino di Villanova nel suo saluto istituzionale.
«Un evento che volevamo fortemente far tornare in presenza - ha detto il sindaco Michelangelo Turco -. Le edizioni on line mancavano del contatto personale, in questa bellissima cornice. I "Dialoghi Eula", fortemente voluti dal nostro Comune e dal nostro vicesindaco Michele Pianetta, sono un appuntamento importante. Siamo felici di tornare con questa edizione».

Non ha potuto essere presente, ma ha inviato un videomessaggio il viceministro del Mise Gilberto Pichetto Fratin, che ha voluto contribuire con qualche riflessione al dibattito e al tema proposto nell'edizione 2021 dei "Dialoghi". Il problema di far convivere gli obiettivi della salvaguardia ambientale con una sostenibilità economica è al centro dell'agenda. «Dobbiamo trovare il giusto equilibrio per raggiungere l'obiettivo senza pesare troppo sull'economia, perché il danno economico si tradurrebbe inevitabilmente in disagio sociale. Questo oggi è l'obiettivo che dobbiamo perseguire attraverso la buona politica» ha ricordato Fratin.
È presente in video conferenza l'ex Ministro dell'innovazione del Governo Conte II Paola Pisano, docente universitaria a Torino. Jan Pellissier, giornalista di Lapresse, introduce e conduce l'intervista all'ex ministro.
Paola Pisano: «Rendersi tecnologicamente indipendenti richiederà molti investimenti»
Pisano inizia facendo il punto della situazione, un ragionamento su quali sono in questo momento le priorità a livello politico ed economico. «Ci sono segnali di crescita ma anche problematiche che vanno superate. Il sistema a livello globale sta affrontando un momento di crisi. L'alto costo delle materie prime è dovuto alla carenza di manodopera, che indebolisce le catene di produzione e distribuzione, i più alti costi di elettricità e produzione di energia. La domanda della ripresa economica ha mandato in difficoltà il sistema» ha riassunto la Pisano. «Le tecnologie che potrebbero farla da padrone se sviluppate dai diversi paesi, in particolare America e Cina (noi in Europa abbiamo una dipendenza forte per 128 prodotti strategici che provengono altrove, la situazione non si risolverà velocemente e non è da sottovalutare). Rendersi indipendenti tecnologicamente richiede forti investimenti e una netta programmazione di questi investimenti. Competenze e tappe tecnologiche si raggiungono solo con grandi sforzi. La Cina è leader mondiale, ad esempio, del riconoscimento vocale e facciale grazie all'intelligenza artificiale. Anche nelle tecnologie verdi la dura realtà che paesi extraeuropei sono leader mondiali. Anche qui la Cina è leader nelle turbine eoliche e incrementa la produzione di pannelli solari».
«Anche l'Italia sta seguendo la scia dell'Europa con investimenti in infrastrutture, competenze, molta attenzione per le aziende - prosegue la Pisano -. C'è anche molta attenzione alla trasformazione tecnologica e digitale delle stesse. L'aumento del Pil ci dà coraggio ma non dobbiamo perdere di vista l'importanza degli investimenti, la difficile transizione che dobbiamo affrontare e le strette tempistiche».
Roberto Mezzalama: «Il problema climatico non è cambiato: è solo molto più veloce»
«Modelli costruiti negli anni '70 sono stati migliorati ma il messaggio di fondo non è cambiato: quello che è cambiato in questi quattro decenni è la velocità con cui si manifestano gli effetti del cambiamento climatico globale e la loro intensità - ha detto Roberto Mezzalama, giornalista e scrittore - quello che succede oggi è che siamo in un contesto climatico dominato dall'uomo, dall'immissione dei gas serra nell'atmosfera, e questo è estremamente pericoloso. Il modo di vivere che abbiamo sviluppato nell'ultimo secolo e mezzo, un'economia legata al combustibile fossile. Abbiamo preso un sacco di carbonio che stava sottoterra e l'abbiamo portata nell'atmosfera a una velocità mai vista prima e adesso ne paghiamo il prezzo.»
«In Italia abbiamo ridotto le emissioni serra in modo consistente, ma per arrivare ai risultati che chiede il parlamento Europeo, che entro il 2030 chiede di ridurre del 50% l'emissione dei gas serra, dobbiamo fare sette volte meglio. Non è come dire: "stiamo camminando ma dobbiamo metterci a correre". Significa che dobbiamo salire sulla bicicletta più veloce che esista e mettersi a pedalare alla massima velocità».
«Parlo a una platea di amministratori della Provincia di Cuneo e quindi devo fare un discorso diverso da quello che farei se parlassi al sindaco di Torino. Ogni contesto può e deve fare il suo. Il settore agricolo è un settore che ha delle responsabilità nel campo delle emissioni. Il settore dell'allevamento è uno di quelli su cui si dovrebbe intervenire per controllare le emissioni dei liquami zootecnici. Ci sono soluzioni e modi di affrontare questo problema, modi di gestire l'allevamento e i liquami. LE colture e il suolo possono diventare parte della soluzione, assorbendo parte dei gas e togliendo carbonio dall'atmosfera. Credo che ci sono soluzioni che sia doveroso prendere in considerazione. Nei piccoli comuni ci sono opportunità legate alla creazione di comunità energetiche rinnovabili. Organizzazioni territoriali che possono diventare produttori e consumatori di energia con impianti rinnovabili».
Il nucleare? «Parlarne oggi è come buttare la palla in tribuna per non parlare dei problemi veri: ci sono 3 gigawatt di impianti da fonti rinnovabili che ancora in attesa di autorizzazione».
CLAUDIO CASSARDO: «DOBBIAMO AGIRE IN FRETTA:
IL ClIMA NON STA fermo AD ASPETTARE NOI»
Claudio Cassardo, fisico e climatologo dell'Università di Torino: «La scienza conosce questi problemi da anni, invece l'opinione pubblica le ha purtroppo scoperte solo ora. Ogni volta che si parla di ridurre le emissioni si ripete che i tempi devono essere rapidi. Non è un modo di dire: il clima non è lì fermo d aspettare che noi cominciamo ad agire. Il cambiamento climatico non finirà tra cinque o dieci anni, ci vorranno secoli prima che passino gli effetti quello che sta accadendo ora. I gas serra emessi avranno effetti per tutto questo tempo. Scientificamente parlando, raggiungere gli obiettivi del 2030 non significa aver vinto la maratona: significa aver percorso i primi due chilometri senza farsi squalificare».
«Sono favorevolissimo alle nuove tecnologie, ma entriamo nel merito delle questioni. Le nuove tecnologie di cui si parlava vanno benissimo, l’auto elettrica sarà un salto importante, ma scordiamoci di usare l’auto come la usiamo oggi. Arriveranno batterie più efficienti, ma non possiamo proseguire con la stessa logica dell'auto di proprietà da cambiare ogni tot anni. Stessa cosa per lo smartphone, che viene cambiato ogni due anni perché diventa obsoleto. Il discorso di produrre di meno a tanti non piace, ma è necessario. Dobbiamo consumare di meno e preservare di più i materiali».

bruno tabacci: «Il PNRR risorsa importante, la provincia deve sentirsi protagonista»
Non fa sconti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Bruno Tabacci, che presenta il PNRR come una grande risorsa, a patto di organizzarsi e saper sfruttare al meglio il denaro in arrivo: «Aver socializzato il debito da parte dell’Europa è senza dubbio una scelta realista. Basta tornare indietro al 2019, alle polemiche con i cosiddetti “paesi frugali”, polemiche surreali anche perché paesi come l’Olanda sono mezzi paradisi fiscali. Un paese come il nostro può dire la sua a patto che si metta a posto, abbiamo un sommerso di oltre il 20% che non è coerente con la trasparenza che deve avere il paese. Il piano è di 750 miliardi, quasi un terzo è a destinazione italia. I fondi sono molti di più a questo aggiungiamo l’Fsc 2014 – 2020 e altro, e si va oltre i 500 miliardi di euro. Ma bisogna ragionare su cosa abbiamo fatto quando ci hanno messo a disposizione fondi. Del programma 2014 del fondo di coesione alle aree disagiate sono stati assegnati più di 50 milioni di euro e ne sono spesi appena tre. Le strutture regionali del nostro paese sono tutte in ritardo preoccupante tranne Lombardia e Emilia Romagna. Se non vogliamo perdere questi soldi dobbiamo fare in tre anni quello che non abbiamo fatto in sei: spenderli bene con efficacia. Siamo un apese sotto esame».
«La transizione ecologica non è un pranzo di gala - dice il sottosegretario della Presidenza del Consiglio - anche questi temi rientrano in quelli che andranno affrontati utilizzando bene i fondi. Bisogna essere molto seri sulle cose che si dicono e sulle conseguenze che si determinano. Serve una profonda riflessione sul quadro generale. Sono appassionato di demografia e non si spiega nulla di quanto è accaduto se non studiando la demografia»
«L'esplosione demografica e il benessere diffuso è alla radice dei mali del mondo dal punto di vista climatico e ambientale: tutto questo costa molto in termini di energia, inquinamento, emissioni gas serra. Paradossalmente in Italia abbiamo il problema opposto: invecchiamo sempre di più. Il sistema pensionistico come può reggersi se a fronte di ogni lavoratore ci sono due pensionati a carico? Un tempo avevamo due lavoratori per ogni pensionato. Questi sono problemi che vanno socializzati, messi a sistema».
«Sostengo la tesi che bisogna realizzare una struttura fiscale che sia rispondente alla realtà del paese. A Milano c'erano due Isee: una per gli asili nido e le scuole e una per gli anziani. Due isee che non dialogavano: così si finiva per dare contributi a famiglie che portavano a scuola i figli in Porsche e dall'altro lato negare il necessario nell'assistenza degli anziani. Serve una visione complessiva, e questo è il punto di fondo, anche per riformare la cultura di un paese che da sempre spera di cavarsela puntando alla furbizia».
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Bruno Tabacci a Villanova: «Il PNRR non è una lotteria: i Comuni devono organizzarsi»
Enzo bianchi: «dialoghi eula grande occasione di crescita»
Sale sul palco Enzo Bianchi, fondatore della comunità di Bose, noto pensatore e uomo di fede, in duetto con il giornalista e maestro Alex Corlazzoli, per parlare della "Laudato sì" di Papa Francesco, l'enciclica dedicata all'ambiente, attraverso le riflessioni di Bianchi.
«Credo che siamo in un momento in cui più che mai si è fatta urgente una riflessione che dobbiamo fare a livello di popolo, non più tra le elite. Questi "Dialoghi Eula" sul territorio e anche in realtà che non hanno una grandissima urbanità possono essere delle grandi occasioni di crescita. Torna in mente il motto degli anni '60: un mondo che ha risorse finite non può ospitare uno sviluppo infinito»
«La "Laudato sì" non è rivolta ai cattolici, ma a tutti gli uomini di buona volontà, un termine usato per la prima volta da Giovanni XXIII nella "Pacem in terris". Il papa si rivolge all'umanità, al centro del suo pensiero. Lo dice più volte. Non è la Chiesa al centro, perchè la Chiesa è al servizio dell'umanità. Il papa ha presente la complessità del problema. Papa Francesco ha capito che la comunione cattolica è plurale, il nostro sguardo deve essere allenato alla differenza, alla complessità, alla diversità. Non si può mantenere lo sguardo avuto finora. Il problema ecologico ha tante facce. Le minacce globali, la catastrofe ecologica, incombe su tutti gli aspetti della vita dagli ordinari e quotidiani ai politici economici e finanziari»
«Il pregio e la complessità della riflessione del Papa sta nell'aver unito la questione ecologica con la questione della giustizia sul pianeta. Il problema del cosmo, del pianeta spesso era ignorata da chi promuoveva la giustizia sociale, viceversa chi affrontava il problema della "via verde" ignorava invece il problema della povertà, del sottosviluppo, del sud del mondo. Vanno unite le problematiche ecologiche e quelle della giustizia sociale».
«L'enciclica ci chiede l'impegno di prenderci cura del bene comune, di prenderci cura di questa terra, tenendo conto che questo significa prenderci cura della giustizia, dell'uguaglianza, dei poveri, di quelli che la società rende scarti e di quelli che la vita, di fatto, rende degli scarti. La vita con le malattie, con le sue ingiustizie e i suoi destini, causa essa stessa persone infelici al mondo che hanno bisogno della cura dei fratelli» conclude Enzo Bianchi. «La Bibbia, codice universale, invita l'uomo a popolare la Terra e ad accudirla: non a spremerla e a distruggerla».
AGGIORNAMENTI IN DIRETTA
LA FOTOGALLERY
Il programma
Ore 9.00
Registrazione e saluti istituzionali
Ore 10.00
“Il contributo della tecnologia alla transizione ecologica” Introduce Fulvio Bersanetti, direttore scientifico Dialoghi Eula. Ospite Paola Pisano, docente associata Università di Torino, già ministro per l’Innovazione
Ore 10.30
“Codice rosso per il clima: non è tempo
dei bla bla bla”.
Ospiti Silvia Merlo, presidente Saipem e amministratore delegato Merlo Spa, Roberto Mezzalama, esperto in valutazione di impatto ambientale e scrittore, Claudio Cassardo, fisico e climatologo Università di Torino. Modera Jean Pellissier, giornalista
Ore 11.15
coffee break
Ore 11.30
“La grande sfida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. Ospite Bruno Tabacci, sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Modera Jean Pellissier, giornalista
Ore 12.00
“Etica e ambiente: la tutela del creato”. Introduce Michele Pianetta, ideatore Dialoghi Eula, vicesindaco di Villanova M.vì Ospite Enzo Bianchi, fondatore Comunità di Bose e saggista. Modera Alex Corlazzoli, giornalista “Il Fatto Quotidiano” e maestro.
Gli Ospiti
Paola Pisano dopo la laurea in Economia presso l’Università di Torino, un Master in Finanza e un Dottorato di Ricerca in Innovazione, ha sempre lavorato nel campo della tecnologia e del digitale. Nel settore privato si è occupata di progetti di digitalizzazione, nuove tecnologie e riorganizzazione aziendale in settori differenti (bancario, editoriale, moda, Ict, farmaceutico). In ambito accademico, invece, è diventata ricercatore presso l’Università di Torino e ha portato avanti la sua esperienza in Italia e all’estero ricoprendo altresì il ruolo di visiting professor presso la Westminster University. Ha dapprima contribuito a creare e, in seguito, ha diretto il Centro di Innovazione Tecnologica (ICxT) dell’Università di Torino. Nel settore pubblico, infine, è stata assessore all’Innovazione della città di Torino e, nel Governo Conte II, ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione. Oggi è professore associato presso l’Università di Torino, esperta del Ministero degli Affari Esteri su tematiche di innovazione tecnologica e geopolitica e membro del Consiglio di Amministrazione della Digital Library.
Bruno Tabacci, laureato in Economia e Commercio all’Università di Parma, ha lavorato come consulente libero professionista in materia economico-finanziaria ed è stato consigliere di amministrazione di Eni, Snam ed Efibanca e presidente della s.p.a. Autocamionale della Cisa A15. Presidente della Regione Lombardia dal 1987 al 1989, è stato deputato tra il 1992 al 1994 e nuovamente dal 2001. Nel corso della XIV legislatura è stato anche coordinatore del Vast (Comitato per la valutazione delle scelte scientifiche e tecnologiche) e presidente della Commissione di cooperazione italo-messicana. Presidente nazionale di Centro Democratico, è oggi sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alla programmazione e al coordinamento della politica economica.
Enzo Bianchi, dopo gli studi alla Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Torino, alla fine del 1965 a Bose fonda l’omonima Comunità monastica di cui è rimasto priore fino al 2017. Nel 1983 fonda altresì la casa editrice Qiqajon specializzata in testi di spiritualità biblica, patristica, liturgica e monastica. Nel corso degli anni ha ricevuto una laurea honoris causa dall’Università di Torino (2000) e dall’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo (2016).
Alex Corlazzoli, nato a Crema nel 1975, si definisce “un maestro di campagna”. Oltre a insegnare alla Scuola primaria, è giornalista, scrittore e viaggiatore, da sempre attento alle realtà sociali più difficili e fragili. Ha lavorato a “La Provincia” di Cremona e collaborato con settimanali come “Diario della Settimana”, “Avvenimenti”, “Altreconomia”, “Donna Moderna”, “Gioia”, “Che futuro.it”. Oggi collabora con “Il Fatto Quotidiano” dove tiene anche un blog, “Focus Junior”, “Focus Scuola”, “Scarp de Tenis” e “Conflitti”.
Roberto Mezzalama, una laurea in Scienze naturali e un master in Ingegneria ambientale, dopo dieci anni nel settore pubblico svolge da oltre vent’anni un ruolo apicale in una multinazionale di ingegneria ambientale. Collabora con l’Università di Harvard ed è membro del Consiglio di Amministrazione del Politecnico di Torino. Per Einaudi ha recentemente pubblicato “Il clima che cambia l’Italia. Viaggio in un Paese sconvolto dall’emergenza climatica” (2021).
Silvia Merlo è nata a Cuneo e laureata in Economia aziendale, è amministratore delegato della Merlo s.p.a. Industria Metalmeccanica, membro del Consiglio di Amministrazione, del Comitato controllo rischi e sostenibilità e presidente del Comitato remunerazione di Sanlorenzo s.p.a. Ha, inoltre, ricoperto incarichi di consigliere di amministrazione e di membro di comitati interni in diverse altre società tra cui Leonardo s.p.a., BNL Banca Nazionale del Lavoro s.p.a., GEDI Gruppo Editoriale s.p.a., Erg s.p.a. e Banca CRS Cassa di Risparmio di Savigliano s.p.a.
Claudio Cassardo, laureato in Fisica all’Università di Torino nel 1987, è professore associato presso la Facoltà di Scienze MMFFNN dell’Università di Torino dal novembre 2000 ed è regolarmente invitato a tenere corsi presso la Ewha W. University di Seoul. È stato previsore meteorologo presso il Servizio Meteorologico Italiano ed è responsabile delle stazioni meteorologiche di misura del Dipartimento di Fisica generale dell’Università di Torino. Si occupa prevalentemente dello studio dei processi che avvengono all’interfaccia tra l’atmosfera e la superficie terrestre, con particolare riguardo ai parametri fisici nel suolo e ai flussi turbolenti di calore, anche da un punto di vista climatologico. Ha finora pubblicato una ottantina di lavori su riviste scientifiche internazionali e libri.