L’ha umiliata per anni. La insultava, la intimidiva, le sputava perfino addosso. Le aveva vietato di uscire, di vedere altre persone, di vestirsi come piaceva a lei. In una parola: le aveva vietato di vivere. «E io ero convinta che fosse una cosa normale. Mi dicevo: ti ama, tiene a te, ha solo un modo diverso di dimostrartelo. Ecco, cosa mi dicevo. Non capivo che quello non aveva niente a che vedere con l’amore». No, proprio no. E poi, una sera, una bottiglia di troppo ha trasformato gli insulti in botte. «L’ha massacrata – racconta Giuliana Turco, infermiera volontaria e responsabile del Centro antiviolenza di Mondovì –. Come per anni l’aveva massacrata psicologicamente. In tanti anni, non avevamo mai visto un caso così». Grazie a uno dei suoi figli, che si è letteralmente messo in mezzo, è riuscita a uscire da un incubo in cui non si era neppure accorta di essere stata rinchiusa.
Anna (il nome di fantasia) è una quarantenne che vive nel Monregalese. Ha accettato di raccontarci la sua vita, prima e dopo aver trovato la forza di denunciare il maschio che l’ha distrutta.
Anna, ci racconta come è cominciata?
Lui è sempre stato aggressivo con me. Da sempre. Mi insultava, mi (... ) Sei abbonato on line? CLICCA QUI e leggi la news completa
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