“Minestra degli uomini” e frutti antichi: a Farigliano c’è la “Fiera dei puciu”

Sabato 4 dicembre, la consegna della Costituzione ai neo diciottenni. Domenica 5, mercato dei prodotti tipici, street food, antichi mestieri e distribuzione della zuppa di trippe e verdure autunnali

Lasciato ormai alle spalle un 2020 funestato dalla pandemia, che ha necessariamente costretto Comuni e Associazioni locali a rivedere i loro piani e gli eventi in programma, quest’anno torna a Farigliano una delle feste più attese dell’anno: la “Fiera dei puciu e di San Nicolao”. Come vuole la tradizione, sabato 4 e domenica 5 dicembre, nel primo fine-settimana di dicembre, a ridosso della festa di San Nicola, patrono del paese, si torna a passeggiare insieme, tra le stradine del centro. Dopo il grande successo riscosso della serata bagna cauda, che ha visto il tutto esaurito, sabato 27 novembre nei locali della ex Milanostampa, sabato 4 dicembre si entra nel vivo della kermesse fariglianese, con la consegna della Costituzione ai neo diciottenni, alle ore 16, nella sala del Consiglio comunale. Proseguimento alle 17, in Biblioteca, con l’inaugurazione della mostra con gli scatti del compianto fotografo doglianese Gian Andrea Porro, su “Il popolo dei malgari”. Proprio dalla giornata di sabato inizierà inoltre la preparazione dell’immancabile “minestra degli uomini”, zuppa di trippe, ceci e altre verdure, che sarà poi cotta per tutta la notte in un grande pentolone, sulla piazza del paese. Il programma della giornata clou, quella di domenica 5 dicembre, si apre alle ore 9.30 in municipio, con la presentazione della mostra fotografica “Ricordando i girasoli”, scaturita da una selezione dei migliori scatti che in estate avevano partecipato al contest dedicato. Alle 11.15 in municipio, apertura ufficiale ed inaugurazione della Fiera, con possibilità di degustazioni dei vini dei produttori fariglianesi, il taglio del nastro da parte del sindaco Ivano Airaldi, la partecipazione della Banda musicale “I Giovani” e la mostra statica dei trattori d’epoca. Dalle 11.30, distribuzione della “minestra degli uomini”, mentre nel pomeriggio, alle 14.30, caldarroste e vin brulè sotto i portici, con il Gruppo Alpini. Sempre dalle 14, disfida dei birilli, le famose "bije” di Farigliano, competizione da sempre riservata alle sole donne. «Quest’anno ci saranno numerose novità, tutte da gustare – spiega il sindaco Ivano Airaldi –. Abbiamo voluto promuovere in maniera particolare i nostri prodotti tipici, coinvolgendo anche le aziende e le realtà produttive fariglianesi. Sarà un bel momento di festa per l’intera comunità». Per tutta la giornata saranno presenti infatti un ricco mercato tradizionale e di eccellenze locali e un’area tutta dedicata allo street-food, con vini locali, birra artigianale, formaggi, hamburger e fritto di pesce. Chiusura di festeggiamenti, sabato 11 dicembre, con “Cosa bolle in pentola?”, cena a base di bollito misto a cura della Pro loco, dalle ore 19.30 nei locali della ex Milanostampa (prenotazioni entro il 9 dicembre chiamando il numero 327-0757788).

Bertone: «Tante novità: antichi mestieri e marmellate di puciu»
Andrea Bertone, assessore comunale che segue la manifestazione, spiega: «Sarà un’edizione con molte novità, tutte “raccolte” in piazza, nel concentrico. Tra le particolarità da segnalare, la presenza di “Barba Brisiu” artista della motosega, di stand sugli antichi mestieri, di un tornio a legna e di farine antiche, oltre ad una speciale produzione di marmellate di puciu».

Due giorni di lavoro, 12 ore di cottura e 6 quintali di zuppa
«Quest’anno ci siamo divisi un po’ i compiti – spiega la presidente della Pro loco, Marita Barberis –. Noi ci occupiamo soprattutto della minestra, mentre il Comune ha curato gli altri eventi. La zuppa si potrà mangiare in piazza oppure portare a casa. Chiediamo a chi vorrà porzioni “da asporto” di arrivare già muniti di appositi contenitori. La preparazione funzionerà così: venerdì inizieremo a pulire le verdure, poi la cottura prenderà il via il sabato sera, verso le 22.30, e proseguirà per l’intera notte, con i volontari che si daranno il cambio vicino al grosso pentolone, rimestando i circa 6 quintali di zuppa. Cuocerà circa 12 ore, poi sarà pronta per l’ora di pranzo. Siamo contenti di poter tornare “dal vivo”, sul campo. Non vediamo l’ora che inizi la Fiera».

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