Intervista ad Alessia Lanza, tiktoker monregalese da 2 milioni e mezzo di follower: «Vi racconto il mio lavoro sul web. I pregiudizi? Passo oltre»
È un vulcano di 21 anni, Alessia Lanza. Influencer da due milioni e mezzo di follower su TikTok e con mezzo milione di fan su Instagram, è nata e cresciuta ai Gosi di Frabosa Sottana. Fino a un anno fa: quando, ormai lanciatissima sui social, è entrata nella "Defhouse" di Milano, la prima "content house" di giovanissimi influencer. Un progetto di Web Star Channel, l'agenzia che segue tante star del web
Lo traduciamo, per chi non capisce bene di cosa stiamo parlando: Alessia vive lavorando sui social network, al 100%. In tutti i sensi: la sua professione è raccontare la sua vita sui social attraverso video divertenti e ironici (principalmente su TikTok e Instagram, ora anche su Youtube). E lo fa abitando in una casa, a Milano, in cui vive con altri ragazzi e ragazze come lei che ogni giorno, dal mattino alla sera, pubblicano contenuti analoghi. Contenuti video che vengono visti e apprezzati da milioni di persone, ovviamente in stragrande maggioranza teenager. Perché? Perché, piaccia o meno, è così che funziona il mondo del web amato dai giovanissimi di oggi.
La fama di Alessia è esplosa nel 2019 grazie al suo modo ironico e solare di porsi sul web: lontana dal freddo divismo della perfezione, Alessia è una ragazza che scherza su sé stessa mostrandosi senza timore anche nei momento goffi o quotidiani.
Il lavoro di Alessia è una via di mezzo fra quello di un pubblicitario e quello di un testimonial. È lei a produrre idee, foto e video per i suoi canali. Ma oltre a mostrare sé stessa, pubblicizza anche cose per conto di sponsor. È un settore di marketing che oggi è esplosivo, fondamentale per tanti brand. Liquidare tutto questo con la frase «sono ragazzi che si fanno le foto su internet», è riduttivo: si parla di lavoro, di una professione. «Ho 21 anni e sono autonoma: questo è il mio lavoro e mi mantengo da sola – ci dice Alessia –. Un lavoro che mi entusiasma, che mi piace ma che mi consente di vivere. E ne sono felice».
Intervista ad Alessia Lanza, tiktoker monregalese
da 2 milioni e mezzo di follower
In questi giorni Alessia è... tornata a casa. Per lavoro, però: con i colleghi e partner di Defhouse è ospite a Prato Nevoso a raccontare una serie di avventure sulla neve. Così l'abbiamo contattata, per un'intervista.
Ciao Alessia e... bentornata a casa, nel Monregalese. Che effetto ti fa?
È una sensazione strana. Vivo a Milano dall'ottobre 2020, quando sono entrata in Defhouse. Queste sono le zone in cui sono nata e cresciuta, ma ora ci torno per lavoro. Quando sono passata col pullman a Frabosa, per salire a Prato Nevoso, ho visto casa mia... è strano.
Da quanto usi i social, e da quanto sono la tua professione?
Ho cominciato su un social che si chiamava "Ask" (un sito in cui gli utenti si scambiavano messaggi pubblici sotto forma di domande e risposte, ndr). Ho fatto il mio primo account TikTok nel 2016... e dopo poco l'ho chiuso, perché non mi convinceva. Poi, nel 2018, sono tornata su TikTok e a quel punto ho cercato di realizzare contenuti miei, con una mia identità. Il mio profilo ha cominciato a crescere, e dal 2019 è diventato il mio lavoro.
Come è avvenuto il tuo ingresso nella "casa dei tiktoker"?
Io sono l'ultima persona a essere entrata nel team di Defhouse, a ottobre 2020. Mi hanno cercata e mi hanno proposto di farne parte dal momento in cui hanno visto che i miei contenuti funzionavano. Non è una questione di numeri: noi non lavoriamo pensando a quante visualizzazioni facciamo o a quanti follower guadagniamo.
Come "funziona" il tuo/vostro lavoro? L'agenzia vi suggerisce i contenuti da pubblicare, o quali video fare?
No, assolutamente. Loro ci hanno voluti e chiamati proprio perché ognuno di noi ha una propria personalità, che funziona quando i contenuti che pubblichiamo riflettono ciò che siamo. Ed è questo che il nostro pubblico vuole da noi. Se pubblicassimo ciò che ci viene detto da altri, potrebbe non funzionare.
Però c'è uno staff che vi supporta in Defhouse? O fate tutto da soli?
L'agenzia ci segue e, ovviamente, ci supporta sul lato tecnico ma anche artistico. Inoltre, organizza esperienze e uscite come questa a Prato Nevoso. Anzi: queste uscite, spesso, sono interamente in mano a loro... per noi, qua, è tutto una sorpresa!
In che senso?
Nel senso che noi non conosciamo il programma degli impegni giorno per giorno. Ieri, per esempio, ci hanno portati sulla neve: ma non sapevamo cosa sarebbe accaduto. Abbiamo provato bob e snowboard, senza sapere che lo avremmo fatto. In questo modo possiamo essere spontanei e naturali nel raccontare la nostra esperienza, quando pubblichiamo i video.
A proposito: per i tuoi "colleghi" che effetto fa essere... a casa tua, nelle tue (e nostre) valli?
Anche in questo caso, è una cosa strana. Io sono abituata a questo contesto, ci sono cresciuta, mi godo nuovamente le montagne... alcuni di loro, invece, non erano mai stati in posti così, non avevano mai sciato. Sono quasi tutti nati in grandi città, io sono l'unica del gruppo a provenire da un posto piccolo come Frabosa. Ora hanno capito a cosa mi riferivo quando raccontavo loro che sono cresciuta in un paesino in cui non c'era nemmeno un cinema, ahahah!
Siete colleghi, ma in un certo senso concorrenti: tra di voi c'è competizione?
Sì, ma assolutamente sana. Nel senso che ci diamo una mano a vicenda: per esempio, se io ritengo che un certo contenuto, un video o un trend, che ha funzionato con me possa funzionare anche con uno di loro, glie lo suggerisco. Oppure, viceversa, se a qualcuno viene un'idea per un video ma sa di non essere la persona giusta per farlo, lo dice agli altri.
Quanti contenuti, video o altro, pubblichi ogni giorno?
Dipende... qualche volta realizzo dieci video, ma poi magari ne pubblico solamente tre. Altre volte, uno solo in un giorno. Può anche succedere che arrivi il giorno in cui non ho neppure un'idea giusta. E allora non pubblico nulla.
Di recente hai aperto anche un canale Youtube: un mondo molto diverso, da TikTok...
Assolutamente diverso, nel modo di realizzare i video e nel tipo di cose da dire. Sono diversi anche i numeri, il formato dei video, la durata.... È proprio un altro tipo di comunicazione.
Esistono regole in Defhouse? Linguaggio, temi vietati...
Ci sono ovviamente delle regole, però non vanno a cambiare il personaggio. Ognuno di noi costruisce la propria comunicazione secondo ciò che è il suo stile. Io, per esempio, sono una che ama mostrarsi ironica, anche buffa. Se sono sulla neve, non mi vergogno di nascondere le cadute, ci rido su! Non dico mai parolacce perché sono fatta così, è il mio carattere.
Durante il lockdown voi avete "lavorato da casa"... in un modo inedito. Come è stato vivere quel periodo, chiusi in una "casa social", sapendo di dover comunque pubblicare cose diverse in una fase molto particolare?
Prima di tutto, è giusto che io dica quanto ci siamo considerati fortunati nel lavoro che facciamo. Eravamo al lavoro, ma contemporaneamente potevamo stare insieme fra persone amiche a fare qualcosa che ci piace tanto. Abbiamo pensato che in quel contesto il nostro lavoro poteva avere un lato positivo: aiutare le persone a sorridere, a passare il tempo guardando cose divertenti. Invitavamo i nostri fan a fare ciò che facevamo noi in casa, per esempio.
Quante volte ti capita di affrontare i pregiudizi di chi non capisce che questo, per voi, è un lavoro a tutti gli effetti?
Capita di continuo... così come capitano le critiche per quello che si fa. Non provo più neppure a discutere su questo tipo di questioni. Questo è il lavoro che voglio fare, che ho cercato di fare e che sono riuscita a fare. Ho 21 anni e sono economicamente indipendente. La mia famiglia mi ha sempre spronata a fare il lavoro che volevo... e lo sto facendo.
Il tuo lavoro è "mettere la tua vita sui social", sei una testimonial e una pubblicitaria... 365 giorni l'anno?
Praticamente sì, non abbiamo "giorni festivi" nel vero senso della parola. E nel momento in cui lo fai di mestiere, se vuoi essere professionale, devi fare quello che si fa in qualsiasi lavoro: imparare. Io ho dovuto imparare a fare video professionali, a usare le luci, i montaggi, a usare apparecchi e piattaforme web, eccetera.
Come ha reagito la tua famiglia, quando hai detto: vado a fare la star dei social?
A mia mamma è venuto un colpo quando le ho detto che mi sarei trasferita a Milano, ahahaha! Beh.. prima di tutto, io ho sempre voluto lavorare. Ho lavorato prima come commessa, ho lavorato nella boutique di "Marcos" a Mondovì. Quando ho cominciato a crescere sul web ho mantenuto due lavori: oltre a lavorare sui miei social, gestivo le pagine di aziende come "social media manager". E poi è arrivata la proposta di Defhouse. Confesso che in un primo momento mi sono sentita quasi "in colpa" ad accettare...
Perché in colpa?
Perché sapevo che erano pronti a sostenermi negli studi se avessi deciso di continuare all'Università. Ma quando ho spiegato loro l'offerta che mi era arrivata, hanno accettato la mia decisione sin da subito. Mi hanno detto: "Alessia, se questo è il lavoro che vuoi fare, fallo!". Ed era davvero quello. Ho accettato, col loro massimo supporto. Un domani potrei tornare indietro, rimettermi a studiare... non so cosa accadrà. Ma ora questo è il mio lavoro.
Com'è la tua vita "fuori dai social"?
Mi piace stare a contatto coi miei fan. Capita che le persone per strada mi riconoscano... alcuni chiedono foto, un video saluto. Mi piace molto il rapporto "umano", credo sia importante per chiunque.
Qui, nella piccola Prato Nevoso, sei stata riconosciuta?
Ahaha, sì è capitato! Mentre ero sulla seggiovia ho sentito qualcuno, sulla neve, che gridava "Alessia sei bellissimaaaa!". È una cosa bella.
Non credi sia anche una responsabilità? Sei un "volto noto", dunque seguita e magari ascoltata: ti pesa, questa responsabilità?
È una responsabilità e ne sono ben cosciente. Non mi pesa, ma ci faccio molta attenzione. Su TikTok i miei follower sono anche molto molto giovani, ragazzine o ragazzini di 9 o 10 anni. Capisco bene questa responsabilità quando qualcuno di loro mi dice che "segue quello che dico". Non voglio che nessuno pensi: "Se lo ha detto Alessia, allora devo dirlo anche io!". Non scherziamo.
Grazie Alessia e... buon lavoro, sulla neve in questi giorni e in futuro.
Grazie a voi, a L'Unione Monregalese e a tutti coloro che mi seguono!
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