Concordia “di Natale” a Mondovì: variazione del Piano regolatore approvata all’unanimità

Consiglio comunale “di Natale” a Mondovì: variazione del Piano regolatore. Un documento atteso da sette anni

Mondovì variazione Piano regolatore

Consiglio comunale “di Natale” a Mondovì: variazione del Piano regolatore. Un documento atteso da sette anni

Sotto l’albero di Natale, a Mondovì, c’è un Piano regolatore. La bozza, quantomeno, La "proposta tecnica". Un documento atteso da una vita: l’ultima sua revisione è stata nel novembre 2004 ed “tecnicamente” scaduto sette anni fa. E non è nemmeno l'iter più lungo, se consideriamo il fatto che il Piano precedente venne approvato nel 2004... ma dopo un iter cominciato nel 1991. L'approvazione, alla fine, è stata però unanime.

Quello del 2004, come molti sanno, fu un Piano regolatore che sbagliò clamorosamente le previsioni abitative («un fallimento» lo ha definito Stefano Tarolli), "disegnando" una città di Mondovì che si pensava dovesse crescere da 22 mila a 34 mila abitanti. Invece, è rimasta a 22 mila.

Cosa si legge nel nuovo documento? Per uno sguardo generale alle novità del documento, vi rimandiamo A QUESTO LINK.

In generale, si parla di:

  • sei “linee guida”: Conservare il paesaggio rurale, contenere il consumo di suolo, confermare il ruolo sovralocale della città di Mondovì confermando il polo ospedaliero ed il polo di Mondovicino, supportare le aziende con contenimento degli ulteriori sviluppi commerciali e consolidando le condizioni per un possibile collegamento ad una rete logistica regionale, conservare il paesaggio storico e naturale, ridurre le tipologie di zonizzazione;
  • e quattro “progetti strategici”: “Parco Urbano dell’Ellero”, “I grandi contenitori vuoti”, “Parco Agricolo e asse dello sport” e “Rete Ecologica Comunale”.

È un documento fondamentale per la pianificazione urbanistica della città. «Lo strumento politico per eccellenza», lo ha definito il presidente Elio Tomatis.  Non è infatti la prima volta che si parla a Mondovì di variazione del Piano regolatore: anzi, se ne parla da una vita e - nello specifico - nel corso del mandato di questa Amministrazione se ne parla fin dal primo giorno.

Mondovì, peraltro, è il primo Comune in Piemonte a varare il Piano regolatore con le nuove norme regionali che dividono il PRGC in "parte operativa" e "parte strutturale". Ed è questa una delle ragioni per cui ci sono voluti anni per arrivare fin qua. Altre ragioni sono ovviamente legate alle lungaggini imposte dal Covid o da altre norme… e poi c’è la dialettica interna. Perché è impossibile non ricordarsi cosa avvenne cinque anni fa: quando, fra il 2016 e il 2017, l’Amministrazione di allora, il secondo mandato del sindaco Stefano Viglione, era pronto a varare una bozza tecnica di revisione del PRGC.

Ma tutto venne bloccato da una frattura apertasi in maggioranza, con un gruppo di consiglieri (Mondovì Oltre) che fecero slittare il tutto. Oggi invece, questo non è avvenuto: Mondovì Oltre è allineata - LEGGI QUI L’ARTICOLO.

Mondovì, la variazione al Piano regolatore:
LA DIRETTA
DAL CONSIGLIO COMUNALE

(in aggiornamento)

Non ci si poteva certo attendere che la discussione in Consiglio comunale a Mondovì sulla variazione al Piano regolatore fosse breve. Tutt'altro: tre ore di discussione, la sera del 23 dicembre.

«Questo documento dovrà promuovere livelli più elevati degli spazi pubblici e ambienti, che siano storici o agricoli - ha detto l’assessore all’Urbanistica, Sandra Carboni - basandosi su regole chiare e semplici. Un documento può aprire tanti dibattiti senza chiudere alcun cerchio». E aggiunge: «Non c'è stata nessuna perdita di tempo: si è sempre lavorato. Ci sono state delle novità nel corso dell'iter: è entrato in vigore il Piano paesaggistico regionale che, se non lo avessimo recepito, avrebbe comportato dei problemi nelle fasi successive».

Elio Tomatis, presidente del Consiglio, fa un excursus completo dei "piani regolatori" dal 1917 a oggi: «La direzione presa nel 1958 sembra quella di una città che si è sviluppata “al contrario”. Il Piano successivo risale al 1984 e, a differenza dei precedenti, aveva degli obiettivi: si parlava per esempio di riorganizzazione delle frazioni, e la collina di Piazza venne definita un “centro culturale e religioso”. Ma sulla residenza si fece ben poco. Il Piano regolatore del 2004 parlava di tante cose, ma ne attuò ben poche: poca riqualificazione urbana, poca strategia sui centri storici, nessuna semplificazione normativa ed errori di prospettiva, come quello di "calibrare" la crescita degli abitanti da 22 a 34 mila abitanti. Si cominciava a parlare di Mondovicino e di Politecnico: come sappiamo, non è avvenuta nessuna crescita. Oggi Mondovì conta 22 mila abitanti, come 50 anni fa. E solo grazie al fatto che ci sono 2 mila stranieri: altrimenti avremmo perso abitanti». E sul Piano nuovo: «Si parla di rispetto dell'ambiente, riduzione del consumo del suolo, un giudizio rispetto al passato sui nuovi insediamenti. Il recupero degli edifici vuoti dipenderà anche dai finanziamenti nazionali».

Gianni Mansuino tira in ballo lo scontro del 2016-2017: «Al termine della passata legislatura, la Giunta aveva formulato una proposta di revisione che il gruppo consiliare di cui faccio tuttora parte non si era sentito di condividere». E ora invece? «Siamo stati da pungolo. Il metodo di lavoro di questa legislatura ha consentito un confronto più aperto, in alcuni casi anche articolato».Cita anche l'intervista al nostro giornale: «Alcuni media, che ringrazio per l’attenzione, hanno chiesto a me ed al collega Aimo se il nostro fosse stato, nel 2016, un "mettersi di traverso". “Mettersi di traverso” non appartiene all'agire politico del nostro gruppo».

Maria Cristina Gasco: «Le parole d’ordine di MoMo erano: tutelare l’ambiente, ridurre la cementificazione, evitare il consumo di suolo. E le nostre aspettative sono ampiamente soddisfatte da questo documento. Una proposta che approda oggi in Consiglio Comunale dopo un iter la cui durata è da attribuire esclusivamente all’accurato e attento lavoro di analisi, e non certo alla presenza  di inesistenti contrapposizioni politiche interne alla maggioranza, come da alcuni
insinuato. Le norme introdotte sulla salvaguardia del paesaggio, arrivate nel 2018, e le difficoltà giunte con la pandemia non hanno aiutato. Ma la nostra Amministrazione ha tenuto ampiamente fede a quanto era atteso».

Stefano Tarolli riconosce alcuni meriti del documento: «Certo oggi si fa un passo importante. Sarà però il progetto preliminare, diciamo fra 9-10 mesi e dunque nelle mani di chi verrà dopo, che dovrà declinare queste linee guida. In questo PRGC si parla di netto ridimensionamento di consumo del suolo, di compattazione di città e di assunzione di prospettiva su lungo periodo. Il Piano regolatore del 2004 è stato un fallimento, e chi sedeva in Amministrazione allora e oggi dovrebbe ammetterlo: “abbiamo sbagliato”». Ma le stoccate non mancano: «Nel 2017 fu approvata dalla Giunta Viglione una proposta tecnica, mai portata in Consiglio. Forse i consiglieri di Mondovì Oltre la sigillarono? Io visionai quella bozza, e ora vedo una continuità con questa. Queste cose vanno dette. Come va detto che si disse, a suo tempo, che saremmo arrivati a questo punto fra la fine del 2017 e il 2018. Si sono persi tanti anni».

Mario Bovetti: «Non definirei il Piano 2004 un “fallimento”: ogni scelta è figlia del suo tempo. Ma certo la storia ha dimostrato che furono fatti errori, a cui è stato necessario fare dei rattoppi per porre rimedio. Mondovì è una città complessa, divisa in rioni, con un’anima sia rurale ma insediamenti industriali e artigianali, ha monumenti e attrazioni turistiche: questo documento dà organicità a questa situazione».

Dal consigliere Laura Barello un intervento non incentrato sui tecnicismi, ma sotto forma di appello «al buon senso». Gianpiero Caramello: «Ho apprezzato il confronto che la maggioranza ha aperto in Commissione con le altre parti politiche. Riconosco che la situazione normativa sia complessa e che Mondovì non è una “città semplice”». Da Tancredi Bruno di Clarafond «un apprezzamento per l’excursus storico fatto da altri consiglieri e ulteriori complimenti all’assessore Sandra Carboni per il lavoro fatto».

Paolo Magnino: «Già nel 2017 si pensava di approvare una bozza come questa. Ho cercato di capire i motivi che portarono alcuni consiglieri (Mondovì Oltre, ndr) a chiedere di rinviare tutto. A non approvare allora, e ad approvare oggi. Inoltre, i dati dicono che la popolazione di Mondovì è una popolazione mediamente anziana. Ma se confrontiamo questo PRG con quello del 2017, notiamo che le funzioni di base e gli obiettivi sono assolutamente identici: è in pratica un aggiornamento del documento pre-esistente. L’unica concreta è che ora il Polo logistico è stato stralciato ed è in mano alla Regione. Voterò a favore: ma con la sensazione di aver perso 5 anni. Direi che le ragioni che portarono Mondovì Oltre a dire “no” allora e dire “sì” oggi furono meramente elettorali, oltre al fatto che allora contavano 5 consiglieri e oggi ne contano 2. Davvero un rammarico che si siano persi cinque anni».

Giancarlo Battaglio: «Osservando l’evoluzione di Mondovì “per immagini”, dal secolo scorso a oggi, si vede che l’asse di Breo è cambiato profondamente. Una città dovrebbe dare ai suoi cittadini la possibilità di vivere nei centri storici. Sui grandi contenitori dico: in alcuni casi si parla di edifici che nulla hanno a che vedere col passato urbanistico e artistico di Piazza, come la Madonnina, più che “riuso” direi che sarebbe meglio la loro… cancellazione. Trasferire altrove la cubatura e farne aree verdi».

Luciano D’Agostino parla di ciò che avvenne nel 2004 quando sedeva in Giunta: «I dati che ci erano stati mostrati si rivelarono errati: è vero, Mondovì non ebbe mai l’espansione che si pensava, quelle previsioni furono sbagliate. Ma è altrettanto vero che questo documento di oggi è decisamente simile. Non capisco perché alcuni consiglieri all’epoca non vollero votare e perché oggi invece sono favorevoli, visto che sono così tanto simili».

Anche Guido Tealdi lancia la frecciata: «Mi piacerebbe sapere perché Mansuino all’epoca votò contro».

(in aggiornamento)

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