(a.c.) – C’era chi telefonava qualificandosi come cancelliere di un giudice di pace di Roma, chi prometteva improbabili “class action” e chi diceva di parlare per conto di una casa editrice. L’obiettivo era lo stesso: i soldi, diverse migliaia di euro. Quelli che una coppia di anziani, residenti nel piccolo comune di Briga Alta, avrebbero dovuto versare per essere finalmente lasciata in pace dopo un fantomatico abbonamento per posta.
L’assurda vicenda risale a più di tre anni fa, quando i due aveva accettato di acquistare alcuni volumi proposti per via telefonica: “Gli eroi del nuovo millennio” e “Le benemerite d’Italia”, che i venditori affermavano di distribuire per conto di istituzioni, Enti benefici e corpi di polizia dello Stato. In un’occasione, i signori avevano poi versato altri 150 euro per ricevere un ulteriore volume, con la promessa che la faccenda si sarebbe conclusa lì. In seguito alla denuncia, i Carabinieri avevano accertato che nessuno degli Enti chiamati in causa aveva mai autorizzato la pubblicazione di quei volumi.
Le telefonate provenivano da utenze intestate a cittadini sconosciuti alle autorità. A processo sono finite però quattro persone che risultavano tutte già sottoposte a indagini per vari reati collegati tra loro: A.S., titolare della ditta Abbonamenti Italia di Noci (Bari) con il suo collaboratore L.L.R., R.P. della RCM Diffusione e infine P.C., quale intestatario dell’Iban fornito dagli autori della presunta estorsione. I giudici del tribunale collegiale di Cuneo, sentiti gli ultimi testi, hanno fissato al prossimo 20 aprile la discussione.