Magico presepe vivente a Dogliani Castello: in 1.500 tra le stradine del borgo antico

Soddisfatti gli organizzatori della Pro loco, che hanno predisposto un “percorso obbligato” con accessi contingentati. Tanti visitatori in due sere e 140 volontari impegnati negli antichi mestieri

La Sacra Famiglia di questa edizione. Dennis Barroero, la moglie Martina e la piccola Matilde

Nonostante il momento complesso in generale, condizionato purtroppo ancora dalla pandemia da Covid, la scorsa settimana, il doppio appuntamento con il presepe vivente di Dogliani Castello si è rivelato un autentico successo. Lasciata ormai alle spalle la “strana” edizione 2020 “a porte chiuse”, le sere di giovedì 23 e di sabato 24 dicembre, i visitatori sono potuti finalmente tornare a passeggiare “in presenza”, tra le suggestive stradine del borgo antico doglianese. 140 figuranti in abiti dell’epoca hanno accolto il pubblico. Le luci pubbliche si sono spente, mentre si accendevano i fuochi e le fiaccole a vento. Immergendosi in un’atmosfera tipicamente natalizia, i presenti hanno potuto ammirare il fabbro, che incantava con il battito ritmato del martello sul ferro rovente, il vasaio che, in diretta, creava dalle sue mani vasi, piatti e altri oggetti, i pastori che riportavano le loro pecore all'ovile, i viandanti fermi nelle osterie a mangiare un boccone, e poi ancora il falegname, lo scultore di pietre, i cordai, l'impagliatore di sedie, il bottaio, il fornaio, il pescatore, le filatrici, le ricamatrici, il dotto, il censore, la scuola, i soldati e tanti altri personaggi. Ad impersonificare San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino, nella capanna di Betlemme, una giovane famiglia doglianese: il 29enne Dennis Barroero (lavoratore autonomo), insieme alla moglie Martina Gotta (26 anni, impiegata) e alla loro figlioletta, la piccola Matilde, di 5 mesi. Roberto Valletti, referente della Pro loco Castello, che organizza l’appuntamento, ci spiega: «L’edizione di quest’anno è andata molto bene, siamo soddisfatti. Nel totale delle due serate abbiamo avuto un afflusso di circa 1.500 persone. Certo, i numeri dei passaggi sono molto minori rispetto agli anni in cui tutto non era ancora condizionato dal Covid, ma così facendo, con le misure che abbiamo adottato, non si sono creati assembramenti. La scelta di predisporre un “percorso obbligato” poi si è rivelata decisamente vincente e ha evitato si creassero situazioni “a rischio” per quanto riguarda i contagi».

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