Quando mancano ormai pochi mesi alle prossime elezioni comunali di Bastia, qualcosa inizia a “muoversi”, in paese. L’incarico dell’attuale primo cittadino, Paolo Crosetti, al suo secondo mandato consecutivo, scadrà a breve e in molti si stanno quindi chiedendo quale scenario possa configurarsi in vista del ritorno alle urne. A questo proposito, abbiamo intervistato Francesco Rocca, storico “sindaco Alpino” di Bastia negli anni ’90, volto simbolo della ricostruzione nel post-alluvione del 1994 e poi per lungo tempo consigliere provinciale, che starebbe valutando una serie di proposte ricevute.
Francesco Rocca, è vero che in questi mesi è stato contattato da numerosi cittadini, che chiedono a gran voce una sua candidatura a sindaco di Bastia?
Sì, in effetti è proprio così. Questa è forse l’ultima cosa che mi sarei aspettato, ma in molti mi hanno contattato di persona o telefonicamente, per invitarmi ad una riflessione su questo tema. Mi è tornato alla mente allora quanto riferitomi in Carrù, durante la campagna elettorale, da amici: alcuni bastiesi, sicuramente in buona fede, dicevano agli elettori carrucesi “Non votate Rocca, perché vogliamo che ritorni a Bastia!”. Per la verità, all’inizio, sono rimasto anche un po’ sorpreso visto che nella primavera del 2021 ero stato contattato da due gruppi, intenzionati alla candidatura per le comunali a Bastia, che desideravano conoscere le mie intenzioni. Ad entrambi gli schieramenti era andato il mio ringraziamento per la fiducia e la stima accordatemi. Avevo assicurato la massima collaborazione, nel mettere a disposizione la mia esperienza in caso di necessità, ma avevo anche espresso un fermo “no”, per quanto poteva riguardare invece una mia eventuale discesa in campo in prima persona. Ho trascorso pertanto l’estate e l’autunno successivi tra vigne, in cantina, con gli Alpini (Covid permettendo), senza dimenticare “CIVICarrù” sia nel suo operato, sia nel rispetto della turnazione voluta dal sottoscritto. Su Bastia ero tranquillo e fiducioso, sapendo che la questione veniva portata avanti da persone volonterose e capaci.
Due anni fa si è candidato a sindaco a Carrù, poi è arrivata la decisione delle dimissioni dalla minoranza. Lei abita a Carrù da anni, ma il "cuore" è sempre a Bastia?
Il mio cuore si divide a metà tra Bastia, paese natio e dove, per passione, ho sempre esercitato parte della mia attività lavorativa, e Carrù, dove risiedo dal 1980. Anche su Carrù, dopo 5 anni da consigliere e 5 da assessore ritenevo di non dover andare oltre e, infatti, per 10 anni sono “rimasto fuori”. Due anni fa, coinvolto in alcuni incontri da un gruppo di giovani capaci, bravi ed entusiasti di fare esperienza amministrativa, ho deciso di non deluderli e, dopo aver completato una bella lista, abbiamo redatto un programma ambizioso, innovativo ma concreto e realizzabile grazie all’impegno e alle responsabilità che intendevamo assumerci. Le cose poi sono andate come tutti sanno e non rimaneva altro che assicurare una esperienza, seppur breve (7-8 mesi ciascuno) a coloro che erano “rimasi fuori”, così ho fatto, rassegnando le mie dimissioni.
Lei è ancora oggi ricordato come il "sindaco Alpino", protagonista nell'alluvione del '94 con molteplici iniziative che tuttora restano nel cuore dei cittadini. Quanto è complicato il ruolo di sindaco in un piccolo Comune?
Ritengo che il ruolo del sindaco debba essere visto sotto il profilo della disponibilità, dell’impegno, della determinazione, e di molta passione. Un sindaco deve essere pronto ad assumersi ogni tipo di responsabilità, sapendo di agire per il bene del paese e della gente. Questo io ho cercato di fare nei vari ruoli amministrativi svolti, sia in Comune, sia nei 16 anni in Provincia. Sentire che le molteplici iniziative del 1994 sono ancora oggi nel cuore dei cittadini mi fa piacere ed è per me una grande soddisfazione. Per correttezza, bisogna dire che il merito va riconosciuto a tutti i miei collaboratori, alla gente, alle ditte, ai sindaci dei paesi vicini e a tutti coloro che, in ogni modo, ci sono stati vicini. Conservo con soddisfazione e gratitudine centinaia di lettere ed attestati, giunti da ogni parte in quegli anni (Comuni, Gruppi Alpini, tecnici, avvocati, semplici cittadini). Ancora oggi, spesso, ci vediamo o ci sentiamo con sindaci e Gruppi Alpini del Veneto, del Friuli, del Trentino e della Valcamonica. Doveroso un ringraziamento ai moltissimi che hanno voluto inviare anche un contributo finanziario a supporto della nostra iniziativa e agli avvocati, che mi hanno sostenuto con due anni di difesa gratuita.
Se decidesse di candidarsi a sindaco, quali sarebbero secondo lei gli interventi prioritari per il paese?
Prima di decidere cosa fare, visto che “ritengo di avere già dato”, vorrei capire qual è lo stato reale dei fatti e cosa si può realmente ricostruire anche perché, se da un lato questi solleciti denotano stima nei miei confronti, devo dire che ho sempre escluso una ulteriore candidatura su Bastia, cosa che molti sanno. Prima di parlare di interventi prioritari fatemi capire, lasciatemi riflettere e verificare se esistano eventuali soluzioni alternative valide.