Martedì 25 gennaio è una data che probabilmente Nucetto non dimenticherà mai più. Una famiglia devastata, un paese ferito, una comunità intera scossa da una tragedia che nessuno vorrebbe mai sentire né sapere. Lollo non c’è più. Lorenzo Gazzano è stato strappato via dalla sua famiglia, dalla vita, dagli amici, da tutti. Dalla mamma e dal papà, dai due fratelli. Per colpa del Covid. Aveva 10 anni, ne avrebbe compiuti 11 a marzo, faceva la quinta elementare. Il suo cuore ha smesso di battere alle 5,55 del mattino nella Terapia intensiva del “Regina Margherita” di Torino, dove era arrivato il giorno prima in condizioni già gravi. Lascia la mamma Mara e il papà Simone, titolari del bar “Le Rose” che sorge a Nucetto sulla statale 28, e due fratelli più grandi. I nonni paterni, Giorgio e Laura, erano i gestori del ristorante “La Vecchia Cooperativa”.
Lorenzo era positivo al virus da sabato: nella notte tra domenica e lunedì, lo avevano portato all’Ospedale di Mondovì: aveva la febbre, brividi e avvertiva fortissimi dolori ai muscoli. La dottoressa Patrizia Fusco, primaria della Pediatria di Mondovì, ha capito subito che era grave. Nella stessa mattinata, assieme alla dottoressa Blangetti della Rianimazione, ha disposto il trasferimento di urgenza a Torino. È arrivato con ipotermia, rabdomiolisi, dolori muscolari importantissimi agli arti inferiori e sospetta miocardite innescati dal Covid. Lo hanno trasferito in Terapia intensiva la sera, è morto prima che arrivasse la mattina. «Mai visto un decorso così veloce» hanno affermato, addolorati, i medici torinesi. La data dei funerali non è ancora stata decisa. Verrà effettuata l’autopsia. Il Comune di Nucetto proclamerà il lutto cittadino.
NON AVEVA PROBLEMI, STAVA ASPETTANDO DI FARE IL VACCINO
«Non siamo una famiglia di no-vax - dice il padre di Lorenzo, Simone (lo riporta l'ANSA, riprendendo il Corriere della Sera) -, anzi: appena abbiamo potuto abbiamo fatto tutti il vaccino, noi e gli altri nostri due figli. Il piccolo era in forse, perché il vaccino non era ancora obbligatorio, lui prendeva delle medicine e così non era ancora stato vaccinato. Poteva prendere il Covid come tanti altri e superarlo. Invece, è andata così...». «Non aveva comorboditá importanti», chiarisce la dottoressa Franca Fagioli, direttrice dell’Oncoematologia dell’Ospedale infantile. Aveva sofferto di epilessia, ma questa circostanza non avrebbe correlazioni né con l’aggravio e – soprattutto – «non rappresentava una controindicazione rispetto al vaccino», come ci conferma anche la dottoressa Fusco. Lorenzo stava però ancora aspettando per fare la prima dose: una scelta familiare, forse dovuta semplicemente a questioni di tempistiche perché i suoi famigliari sono tutti vaccinati. «Non ci sono parole per quanto è accaduto – ha ancora dichiarato la Fagioli –. Purtroppo non c’è stato nulla da fare: il Covid ha provocato la distruzione dei muscoli, un effetto delle infezioni virali». Ha attaccato anche il cuore.
La cronaca lo ricorderà come la più giovane vittima per Covid in Piemonte. Per Nucetto, per i suoi compagni di scuola, per gli amici e per la sua famiglia, questo giorno sarà una ferita di cui non ci si dimenticherà mai.