Allarme peste suina: «Tutta Italia non sta più acquistando carne dal Piemonte»

Il referente regionale Ivan Radice spiega: «Nonostante non ci siano pericoli per l’uomo, colossi come San Daniele e Parma ci hanno chiuso le porte»

Non si placa, in queste settimane, l’emergenza peste suina africana. Dopo il rinvenimento del primo cinghiale morto per Psa ad inizio gennaio in provincia di Alessandria, Piemonte e Liguria sono piombate in un incubo, dal quale appare ancora difficile uscire. La “zona infetta” è stata prontamente definita e sono anche stati nominati i Commissari regionali per gestire la situazione, ma le Associazioni di categoria continuano a lamentare una situazione di forte disagio, che coinvolge in primo luogo gli allevatori di suini, ma anche gli agricoltori, ormai da tempo alle prese con il sovrappopolamento dei selvatici. Mercoledì 2 febbraio si è tornati ad analizzare il problema in sede regionale del Piemonte. Il referente Ivan Radice, nel corso del vertice, ha spiegato: «Nonostante non ci siano pericoli per la salute umana, tutta Italia non sta più acquistando carne suina dal Piemonte. Non solo dalla zona dove c’è l’infezione, ma da tutto il Piemonte. Per esempio, San Daniele e Parma hanno chiuso le porte, le cosce non vanno più in quella direzione, benché la carne non sia infetta. Il problema è economico, siamo in contatto con le Associazioni di categoria, stiamo per convocare i tavoli volti a risolvere la situazione». La consigliera Sarah Disabato (5 Stelle) ha proposto che il Consiglio regionale si faccia parte diligente per una proposta di legge al Parlamento, in materia.

Oltre 1 milione di suini allevati in Piemonte: le priorità di Confragricoltura
In webinar con l’assessore regionale Luigi Icardi e i dirigenti della Sanità veterinaria regionale, Confagricoltura Piemonte ha rimarcato le priorità per uscire dall’emergenza: collaborazione degli agricoltori per mantenere l’emergenza sanitaria all’interno della zona infetta, rafforzando tutte le iniziative di biosicurezza degli allevamenti. Il presidente Enrico Allasia ha esortato: «Mettiamo in campo tutte le azioni necessarie per assicurare la piena ripresa delle attività produttive, che nel nostro Paese rappresentano un volume di 100 mila suini macellati alla settimana. Un patrimonio basilare per l’economia agricola regionale, che conta su oltre 1 milione e 300 mila suini, allevati prevalentemente in Provincia di Cuneo».

Coldiretti: «Non c’è tempo da perdere su sostegni e abbattimenti»
Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e delegato di Coldiretti Cuneo, anche lui a colloquio con l’assessore regionale Icardi nei giorni scorsi, ha chiesto garanzie su una rapida erogazione dei fondi a tutela degli allevamenti e un'accelerazione nelle azioni di contenimento dei cinghiali. «È urgente che il Ministero della Salute e quello delle Politiche Agricole diano attuazione al “Decreto sostegni Ter” – spiega Moncalvo – affinché vengano resi disponibili in tempi brevi i fondi stanziati a favore delle imprese che devono far fronte alle prescrizioni delle Asl, investendo per tutelare gli allevamenti dalla Psa. Come serve una forte pressione dell'Assessorato alla Sanità affinché l'Assessorato all'Agricoltura predisponga quanto prima nuovi Piani di contenimento dei cinghiali attuando un efficace depopolamento, che in Piemonte significa arrivare ad abbattere circa 50 mila cinghiali. Un obiettivo raggiungibile solo con regole nuove e omogenee in tutta la Regione».

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