Da inizio anno ad oggi, sono sette le persone segnalate all’Autorità Giudiziaria con l’ipotesi di aver cagionato incendi boschivi per «condotte negligenti e superficiali nella gestione dei fuochi di pulitura accesi, poi estesisi ai boschi vicini». Lo rende noto il comando del Gruppo dei Carabinieri Forestali di Cuneo. Per avere un’idea della criticità in atto si può fare un raffronto con i soli 13 soggetti denunciati nel corso dell’intero 2021.
Nell’attuale periodo di massima pericolosità per gli incendi boschivi, stabilito dalla Regione Piemonte, i Carabinieri Forestali stanno impegnando molte energie per i servizi di e per il contrasto dei reati sottesi a tali dannosissimi eventi.
Come anticipato, alcune denunce riguardano episodi avvenuti nel Monregalese come a Priola e Pamparato. «Pare utile evidenziare – spiega il comandante dei Forestali, il tenente colonnello Stefano Gerbaldo – come in questo periodo sia vietata ogni azione che anche solo potenzialmente possa causare l’innesco di incendi boschivi. Le violazioni sono perseguite molto severamente dal legislatore nazionale sia per quanto riguarda la norma penale (reclusione da uno a cinque anni per gli eventi colposi, da quattro a dieci per quelli dolosi) sia per quanto riguarda la disciplina amministrativa, con sanzioni pecuniarie per l’accensione di fuochi in periodo di divieto che sono state recentemente elevate da 2.064 a 10.000 euro nella cosiddetta misura ridotta applicata dagli organi di vigilanza».
«Ai responsabili degli eventi peraltro può essere richiesto il risarcimento delle spese sostenute dalla collettività per spegnere gli incendi come il costo dei velivoli impiegati, delle squadre e dei mezzi operanti nella lotta attiva. I Carabinieri Forestali restano in allerta in questa delicata fase ad alto rischio di eventi continuando a monitorare il territorio, a contrastare le condotte illecite quando necessario ed a perimetrare le superfici forestali percorse dal fuoco al fine di agevolare i Comuni nell’aggiornamento del catasto degli incendi boschivi. Infatti su tali aree scatta il divieto di variazione della destinazione urbanistica, nonché di caccia e di pascolo. Anche i contributi pubblici eventualmente erogati per quei terreni vengono interrotti».
«In relazione ai procedimenti penali – si specifica a postilla – avviati ed alla recente novella in tema di presunzione di innocenza introdotta dal D. Lgs. n. 188/2021, si tiene a precisare che le indagini sui sette casi citati sono in corso di sviluppo, potendo emergere in futuro elementi di segno contrario rispetto a quelli sino ad ora raccolti, a favore quindi degli indagati, da presumersi innocenti sino a quando non sia pronunciata sentenza di condanna definitiva».