(e.bi.) – Solo a funerali avvenuti si è appreso che il 25 febbraio scorso è mancata a Torino la professoressa Andreina Griseri, storica dell’arte di fama internazionale. Era nata a Mondovì il 25 gennaio 1925, e a Mondovì è sempre stata attenta e affezionata.
Si era laureata a Torino nel 1948, poi era stata docente a Magistero e a Lettere, dispiegando un’attività didattica e culturale di molta autorevolezza e disponibilità. Accolta nell’Accademia dei Lincei e in quella di San Luca, era esponente di primo piano della Deputazione Subalpina di Storia Patria e del Centro Studi Piemontesi, collaboratrice di riviste importanti come “Paragone” e di riviste estere, autrice di studi e volumi di forte impegno, puntando sempre al meglio nelle lunghe stagioni del suo lavoro.
Nel 2018 ripercorse in un denso volumetto, “Taccuini aperti”, il suo itinerario di studi, ricerche, opere e contatti iniziato alle Magistrali di Piazza, proseguito al Magistero di Torino con docenti di vaglia. Altre tappe imprescindibili: “Jaquerio e il realismo gotico”, 1965 (con sguardi anche agli affreschi di scuola monregalese, ligure e provenzale, e, con G. Raineri, al S. Fiorenzo di Bastia). Poi il monumentale volume einaudiano “Metamorfosi del barocco”, 1967, attento all'architettura europea e ai mestieri creativi ad essa collegati. Insieme a Roberto Gabetti, Andreina Griseri si interessò anche del curioso eclettismo tardo-ottocentesco del doglianese Schellino, e guardò ad artisti nostri di ieri e di oggi: Quadrone, Fracchia, Cerrina, Michelotti, Ambrogio...
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