Alice Borsarelli: la travel designer che “crea” viaggi in tutto il mondo

Da una passione può nascere un lavoro vero? «Ci credo con tutta me stessa. Sono partita per la Tailandia, da sola, tornando 6 mesi dopo. Per fare questo mestiere bisogna viaggiare tantissimo»

Viaggiare in ogni periodo dell’anno, conoscere il mondo, le diverse culture, le tradizioni, provare i cibi più curiosi, andare alla scoperta degli angoli nascosti del nostro pianeta, quelli meno turistici, trovandosi davanti agli occhi spesso autentici “gioielli inattesi”: ammettiamolo, questo è un po’ il sogno di tutti noi. Ma una passione per le esperienze di vita e i luoghi lontani può davvero diventare un lavoro, la professione di una vita intera? Ne abbiamo parlato, in una piacevole chiacchierata, con la briagliese Alice Borsarelli, 28 anni, che durante il primo lockdown e la pandemia, quando tutti erano fermi perché bisognava “restare a casa”, ha deciso invece di investire proprio nel settore dei viaggi. Alice ha seguito un Master internazionale in “Travel & destination expert”, studiando per circa un anno e mezzo e diventando travel designer, figura nuovissima nel mondo del turismo, che sta ricevendo sempre più consensi su scala globale. In controtendenza con la staticità obbligata dal Covid, ha deciso quindi di inseguire un sogno con tutte le sue forze: creare viaggi ed esperienze di vita per i suoi clienti, diventando anche accompagnatore turistico, in modo da poter seguire gli appassionati fisicamente, durante i viaggi.

Alice, raccontaci com’è iniziato tutto...
Dopo il diploma al Liceo sportivo, ho iniziato a viaggiare, mantenendomi con lavoretti saltuari, nei bar e nei ristoranti. Il mio primissimo grande viaggio mi ha portata in Australia e Nuova Zelanda: ero da sola, avevo 21 anni. Un’esperienza bellissima, che mi ha permesso di imparare molto bene l’inglese. Una volta tornata sono stata un po’ ovunque e nel frattempo ho lavorato a Mondovì e nel Monregalese, ma il viaggio che sempre porterò nel cuore è quello che ho fatto nel sudest asiatico. Sono partita di nuovo da sola, zaino in spalla: mi piace stare con me stessa, anche per misurare le mie capacità. Dovevo stare qualche settimana, invece sono tornata dopo sei mesi. Mi spostavo con i mezzi pubblici, ho conosciuto tantissime persone, viaggiatori per passione come me, all’avventura. Ho pernottato in abitazioni private di persone dei luoghi dove mi trovavo, che poi mi portavano anche a visitare. Sono stata in Tahilandia, Laos, Cambogia, Malesia, Indonesia e in quattro mesi ho festeggiato quattro diversi Capodanni: un’esperienza unica e irripetibile, che mi ha regalato sensazioni ed emozioni uniche.

Poi è arrivata la pandemia…
Sì, e ho deciso di sfruttare l’occasione. In un periodo in cui tutti “erano fermi” mi sono formata, ho studiato e sono entrata nel mondo dell’organizzazione turistica. Adesso collaboro con un’agenzia di viaggi di Milano e soprattutto con una start-up giovane, “My Digital Travel Agency”, che sta nascendo e si sta sviluppando proprio in questi mesi e vuole diventare smart e tascabile, tramite una app che permette di ricevere preventivi sui viaggi richiesti in maniera veloce ed intuitiva.

Passato il momento peggiore, le persone ora hanno di nuovo voglia di viaggiare?
Riceviamo richieste ogni giorno. Le persone sono state costrette a rimanere a casa e adesso non vedono l’ora di riprendere a viaggiare. Ovviamente cerchiamo di soddisfare ogni richiesta, ma in futuro vorrei specializzarmi in viaggi il più possibile “autentici”, portando il cliente lontano dalle grandi catene alberghiere, accompagnandolo alla scoperta della vita vera dei luoghi che visitiamo.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Un travel designer deve viaggiare il più possibile, per poter trasmettere le sue esperienze, e io continuerò a farlo al massimo delle mie capacità. Sono stata in Portogallo poco tempo fa, ad esempio, per prendere contatti diretti con gli operatori del posto e lunedì 28 febbraio parto per un nuovo viaggio. Vado nella parte svedese della Lapponia: un viaggio di piacere e di lavoro. Vedrò l’aurora boreale, ma incontrerò anche diversi operatori locali, per allacciare rapporti e collaborazioni di persona, parlando con loro, spiegando le mie passioni, le mie motivazioni.

Insomma, il travel designer diventerà una “vera” professione?
Lo spero vivamente. Credo molto in quello che faccio e mi impegnerò al massimo per far sì che, in futuro, questo diventi a tutti gli effetti il mio lavoro. La strada è tutta in salita e per mantenermi continuo a fare anche molti lavoretti extra, ma in questa fase l’importante è iniziare a farsi conoscere, fare esperienza e far capire alle persone che possono fidarsi e appoggiarsi a te, quando vogliono organizzare un viaggio.

Cambogia, Tahilandia, Portogallo, Lapponia: foto, video e racconti di viaggio, sui social
I viaggi, i progetti e le esperienze di viaggio di Alice sono visibili sul profilo Instagram @vadoazonzoconali dove trovate anche riferimenti e contatti

 

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