Non c’era Nello Scavo, impegnatissimo – sotto il profilo giornalistico – sull’emergenza Ucraina. C’era Sergio Durando, responsabile della Migrantes a Torino e in Piemonte, che ha offerto spunti di grande valore, anche attingendo alla sua testimonianza concreta dentro la realtà interpellante dei migranti tra noi, incontrati di persona, nottetempo sulle strade torinesi. La serata di venerdì, nella parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria in via Cuneo a Mondovì (in cui era presente il vescovo), proposta all’interno della “Quaresima di solidarietà”, aveva l’intento di “(in)formare” su quanto sta avvenendo in questi tempi complicati sulla frontiera accidentata dei profughi. Il titolo conteneva un retro-pensiero di salutare provocazione: “Ultime notizie dal pianeta migranti: quello che non ci viene mai detto”. Con il filtro mediatico da soppesare, dentro scenari che sconcertano ed angosciano, se li si vuole sondare fino in fondo, senza troppe distrazioni.
Partendo da questi giorni drammatici, Sergio Durando ha voluto allargare lo sguardo sul mondo, passando in rassegna scenari realistici in cui incidono punti caldi e violenti ed in cui si generano le fughe dei profughi, da tenere presenti, oltre la giusta reazione emotiva che si può e si deve avere mentre le cose precipitano vicino a noi. “Questa è una grande ed ammirevole mobilitazione nella solidarietà in questo frangente in cui sono da aprire le porte ai rifugiati dall’Ucraina – ha detto – ma non scordiamo le guerre dimenticate, i fili spinati, i muri, i morti nei naufragi, i respinti, le migliaia di migranti riportati nell’inferno libico... Solo sui muri, c’è da riflettere: se nell’89 alla caduta di quello di Berlino, in Europa se ne contavano appena tre (a Cipro ed in Irlanda del Nord), oggi sono sedici i muri innalzati di recente”
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