“Ora et labora”: la grande solidarietà dei cebani

Una sessantina di volontari al lavoro per “raccogliere” aiuti per i più bisognosi e per i profughi ucraini

«I cebani hanno perfettamente messo in pratica il significato evangelico della parola “carità”. Hanno avuto tutti un cuore grande, una grande generosità che ci commuove e ci rende tanto felici. Nessuno si è sottratto a questa importante iniziativa che permette di raccogliere importanti aiuti per i cittadini bisognosi di Ceva e del Cebano e per i profughi in fuga dall’Ucraina. Di fronte a tanta desolazione, Ceva ha risposto con grande generosità. Un grazie di cuore a tutti». Sono le parole del Gruppo del Volontariato Vincenziano di Ceva che, insieme all’Oratorio “Borsi”, ha organizzato un pomeriggio di raccolta di beni di prima necessità con l’iniziativa “Ora et labora”.
Una sessantina di volontari sono passati di casa in casa “raccogliendo” tutta la generosità dei cebani. Un progetto che ha arricchito moltissimo anche i giovani che hanno aderito: «Ero alla mia prima esperienza; abbiamo lavorato sotto la pioggia e il freddo e siamo arrivati a casa bagnati fradici; ma per tutto il tempo ho pensato ai poveri ai quali sarebbero finiti questi aiuti ed in particolare agli ucraini. Che cosa è mai il poco che abbiamo fatto noi se pensiamo a loro che da tante settimane vivono sotto la pioggia, la neve, senza acqua, luce e riscaldamento?» E ancora: «Nel nostro itinerario di raccolta alimenti ci siamo incontrati con una famiglia ucraina arrivata tre settimane fa e composta da una giovane mamma e due bambini; abbiamo tentato di intavolare un discorso in inglese; ci hanno detto che ora sono sereni e tranquilli e i bambini seguono le lezioni di scuola in smart working, con l’insegnante che si trova ancora in Ucraina. Abbiamo anche trovato una giovane donna che non sapeva nulla della raccolta. Ci ha detto di ripassare dopo dieci minuti; quando siamo ritornati ci ha donato una montagna di generi commestibili: è stato il pacco più grande che abbiamo ritirato nel pomeriggio». Infine: «È stato bello incontrare degli anziani che ci aspettavano con gioia per darci quanto avevano preparato; si informavano di quanti eravamo a fare la raccolta e avevano piacere che ci fermassimo ancora un po’ per offrirci il caffè. Eravamo oltre settanta persone divisi in 25 gruppi così da coprire tutte le strade e le frazioni della città di Ceva. La settimana precedente la raccolta siamo passati a distribuire i volantini che presentavano l’iniziativa. Abbiamo cercato di mettere in pratica il motto dell’iniziativa: “Ora et labora”: infatti prima di iniziare la raccolta, ci siamo trovati tutti nel salone del cinema per un momento di preghiera. Don Franco ha letto il brano in cui Gesù designa altri settantadue discepoli e li invia a due a due raccomandando loro di non portare borsa, né bisaccia, né sandali, cioè di rivestirsi solo di amore e in qualunque casa fossero entrati per prima cosa dire: “Pace a questa casa”. Prima di partire abbiamo recitato la bella preghiera del volontario vincenziano che si conclude con una frase quanto mai adatta alla nostra missione: “Signore, liberami dall’egoismo, perché Ti possa servire, amare e ascoltare in ogni fratello che oggi mi fai incontrare”. Sì, proprio una bella e arricchente esperienza».
«Da parte mia non posso far altro che ringraziare per così tanta generosità – commenta il parroco don Franco Bernelli –. Non avevo dubbi che i cebani sarebbero stati generosi, ma proprio non immaginavo che si riuscissero a raccogliere in mezza giornata decine di quintali di generi alimentari. E oltre ai cebani, altrettanto generosi sono stati gli abitanti di Paroldo. Davvero possiamo dire che la Carità non conosce frontiere e non ha limiti. Un grazie particolare lo esprimo ai giovani e ai volontari della San Vincenzo che hanno organizzato tutto nei minimi particolari e con impegno, coinvolgendo tante persone per la buona riuscita dell’iniziativa. Il risultato finale non è stata solo la generosa raccolta, ma vedere tanta gioia sul volto di chi è passato di casa in casa e di chi ha donato. Particolarmente arricchente è stata anche la collaborazione che si è creata tra i più giovani e gli adulti: una vera grande famiglia che ha unito i cuori, ha reso più leggera la fatica e speriamo possa donare un po’ di gioia a chi è stata rubata».

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