L'idea è nata durante il lockdown: perché non sfruttare il momento di angoscia generale, paura e restrizioni per costruire qualcosa di bello, recuperando un'antica chiesetta frazionale? Cinque amici di Dogliani e dintorni hanno quindi unito le forze e, nei ritagli di tempo, secondo le capacità di ognuno, hanno "adottato" e ristrutturato la cappella di San Giorgio. Un lavoro preciso, meticoloso, realizzato con grande perizia, sia sugli interni sia all'esterno, che ha restituito alla comunità un luogo di culto storico, che da tempo ormai era stato un po' abbandonato.
Oggi, sabato 30 aprile, gli amici di San Giorgio, a lavori conclusi, hanno presentato il loro intervento ai frazionisti, ai doglianesi e agli amici sul sagrato della chiesetta.
La cappella si trova a circa due chilometri dal centro storico di Dogliani, lungo strada San Giorgio, prosecuzione di viale Martinengo. Negli archivi storici del Comune esiste traccia di un’antica chiesa dedicata a San Giorgio, di proprietà del Conte Marenco. Caduto in rovina questo edificio, nel 1852 la cappella fu rifondata da Giuseppe Dalmazzone per poi, nel 1933, venire donata dagli eredi ai frazionisti. La chiesa al suo interno conserva una grande tela ottocentesca raffigurante la mitica scena di San Giorgio che lotta vittorioso contro il drago. Il santo guerriero per eccellenza è protettore dei cavalieri e dei soldati, ma è anche invocato contro i serpenti velenosi, la peste, la lebbra, la sifilide. La cappella purtroppo, nel tempo, è stata trascurata. Già nel 1922 l’allora arciprete di Castello, mons. Gastaldi, scriveva: «Questa chiesa da parecchi anni più non è officiata. Si confida siano presto risolte le divergenze per le quali non si eseguisce la volontà del Pio fondatore».