Emozione, domenica 1º maggio, a Belvedere Langhe, per il ritorno finalmente “in presenza” della festa dei “Micùn”, celebrata negli ultimi due anni in forma ridotta a causa della pandemia da Covid. La tradizionale distribuzione dei grandi pani benedetti, da parte della Confraternita di San Sebastiano, è ripresa nella sua forma classica, con tanti belvederesi ad assistere al rinnovamento di un rito antichissimo. Il pomeriggio si è aperto con la celebrazione della Messa presieduta dal vicario parrocchiale della Cattedrale e parroco di Carassone, don Andrea Rosso, nella Confraternita dei Battuti Bianchi, alla presenza del parroco di Belvedere, don Marco Sciolla. Dopodiché i fedeli hanno preso parte alla processione nella parte alta del paese, con la statua di San Sebastiano portata “a spalle” e attorniata dai grandi pani che da secoli la Confraternita distribuisce, ogni anno, ai propri membri, in occasione della festa. Le ceste colme di pani sono poi state benedette dal celebrante. Per motivi di sicurezza il pane, preparato e cotto nel forno di Monchiero, è stato confezionato singolarmente, così da non venire a contatto con le persone. Come da molti anni i pani, oltre che ai confratelli, sono stati distribuiti anche agli altri fedeli, a fronte di un’offerta per la Confraternita. Al termine, i confratelli hanno donato una serie di “Micùn” alla mensa della Caritas diocesana e ad alcune realtà locali, in segno di solidarietà. L’organizzazione della festa è affidata ad un priore, nominato di anno in anno, coadiuvato dal priore uscente e dal vice priore, che gli subentrerà l’anno successivo. Il passaggio di testimone avviene durante la celebrazione pomeridiana, attraverso una vera e propria cerimonia di investitura, durante la quale il priore uscente fa indossare al successore la cappa rituale. Quest’anno il priore entrante Angelo Botto ha raccolto il testimone dall’uscente Valter Ghirardi. La Confraternita ama considerare i pani che vengono distribuiti un forte segno di condivisione nella comunità e con gli amici intervenuti. Il pane si presenta quindi come simbolo di pace e di fraternità, realtà di cui oggi il mondo ha più bisogno che mai. Così alla festa si è accompagnata una preghiera per i tanti che soffrono, per le conseguenze dell’odio e della guerra.
Il sindaco: «Edizione del ritorno alla normalità. Grande soddisfazione»
«Negli ultimi due anni non era stato possibile effettuare la distribuzione nella sua forma “classica” e i pani erano invece stati portati a domicilio dai volontari di Protezione civile – spiega il sindaco di Belvedere, Biagina Cartosio –. Quest’anno fortunatamente si è tornati alla formula tradizionale, con processione e distribuzione sul posto. Siamo soddisfatti e crediamo questo sia un piccolo importante passo verso il ritorno alla normalità. La partecipazione è stata buona, anche se non ancora ai livelli pre-pandemia, ma è normale che sia così. Nei prossimi anni l’evento tornerà sicuramente a richiamare molti fedeli».