La vita è chiamata: Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, domenica 8 maggio

Nella foto, la serata di venerdì nella chiesa del Sacro cuore a Mondovì in cui all’interno della tappa per Giovanissimi “Incontro degli incontri”, e pure Veglia vocazionale, si è vissuto il rito di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato del seminarista Nicolò Bellino di Villanova M.vì

Da tempo viviamo nei confronti della vita un approccio per cui il raggiungimento dei traguardi sembra sottostare esclusivamente alle regole della programmazione e della efficienza. Dalla scuola al lavoro, dalla salute agli affetti, ogni aspetto deve essere puntualmente gestito per non rimanere indietro, per dimostrarsi performanti, per essere padroni del proprio destino. Fatichiamo, invece, ad intravedere come la vita abbia una parentela stretta con la parola vocazione. Una parola che la 59° Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che celebreremo domenica, ci invita a riprendere in mano.

Dire, infatti, che la vita è vocazione significa riconoscere che essa è costantemente rimessa in gioco dagli eventi e dagli incontri che accadono e che il più delle volte non siamo noi a pianificare, a programmare. Eventi ed incontri che interpellano la nostra identità, la nostra vita, e la rimettono in gioco. Tutto sembra andare in una certa direzione e si apre una traiettoria inedita che non si poteva ipotizzare. L’incontro con il volto di quella donna, l’incontro con quel prete, l’incontro con quel medico… apre una nuova possibilità, un orizzonte per la vita che mai si sarebbe potuto immaginare o produrre. All’interno di questi eventi e di questi incontri, che fanno la storia, la nostra storia, opera il Signore stesso. Una presenza di cui possiamo riconoscerne le tracce attraverso l’ascolto della Parola contenuta nelle Scritture. Il Vangelo, infatti, ci mostra come Dio attraverso le circostanze, gli eventi, gli incontri, opera nella storia umana e, quindi, anche nella nostra storia personale.

Preghiamo allora in questa giornata perché le generazioni più giovani apprendano il valore della vocazione, scoprendo che la vita è costantemente chiamata. Allo stesso tempo vogliamo anche ringraziare per le luminose testimonianze vocazionali che questi mesi ci offrono: Adriano, Cristiano, Nicolò e le numerose coppie che si apprestano a celebrare il sacramento del Matrimonio nelle prossime settimane.
(*) Pastorale giovanile e vocazionale

“CHIAMATI AD EDIFICARE LA FAMIGLIA UMANA” - “Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò”, le parole del brano evangelico del giovane ricco. “Su ciascuno e ciascuna di noi si posa questo sguardo di Gesù pieno di amore”, assicura il Papa: “Lasciamoci toccare da questo sguardo e lasciamoci portare da lui oltre noi stessi! E impariamo a guardarci anche l’un altro in modo che le persone con cui viviamo e che incontriamo – chiunque esse siano – possano sentirsi accolte e scoprire che c’è Qualcuno che le guarda con amore e le invita a sviluppare tutte le loro potenzialità”. “La nostra vita cambia, quando accogliamo questo sguardo”, garantisce Francesco: “Tutto diventa un dialogo vocazionale, tra noi e il Signore, ma anche tra noi e gli altri. Un dialogo che, vissuto in profondità, ci fa diventare sempre più quelli che siamo: nella vocazione al sacerdozio ordinato, per essere strumento della grazia e della misericordia di Cristo; nella vocazione alla vita consacrata, per essere lode di Dio e profezia di nuova umanità; nella vocazione al matrimonio, per essere dono reciproco e generatori ed educatori della vita. In generale, in ogni vocazione e ministero nella Chiesa, che ci chiama a guardare gli altri e il mondo con gli occhi di Dio, per servire il bene e diffondere l’amore, con le opere e con le parole”.

Il messaggio di Papa Francesco parte da una mirata attenzione alla parola “vocazione”, nel contesto di una Chiesa sinodale che si pone in ascolto di Dio e del mondo. Innanzitutto c’è l’input a sentirsi “chiamati ad essere tutti protagonisti della missione”. La sottolineatura di Jorge Bergoglio è per “guardarsi dalla mentalità che separa preti e laici, considerando protagonisti i primi ed esecutori i secondi, e portare avanti la missione cristiana come unico Popolo di Dio, laici e pastori insieme. Tutta la Chiesa è comunità evangelizzatrice”.

Poi il largo spettro della parola “vocazione”, da riferire non solo a coloro che seguono il Signore sulla via di una particolare consacrazione. Perché in realtà “tutti siamo chiamati a partecipare alla missione di Cristo di riunire l’umanità dispersa e di riconciliarla con Dio…”. “Siamo chiamati ad essere custodi gli uni degli altri, a costruire legami di concordia e di condivisione, a curare le ferite del creato perché non venga distrutta la sua bellezza”. Con una duplice chiamata ad accogliere lo sguardo di Dio ed a rispondere allo stesso sguardo di Dio, impegnati ad edificare un mondo fraterno.

 

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