INTERVISTA A ENRICO ROSSO – «Faremo tornare Mondovì decorosa e sicura. Io incoerente? Cinque anni fa non ero candidato»

Candidato sindaco del Centrodestra.
51 anni, libero professionista architetto, è stato assessore ai Lavori pubblici nella Giunta del sindaco Stefano Viglione per due volte, dal 2007 al 2012 e dal 2012 al 2015 (si è dimesso a metà mandato). È appoggiato da una coalizione (“Energie per Mondovì”) composta da sette liste, di cui tre civiche e altre quattro di partito: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e UDC.

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INTERVISTA A ENRICO ROSSO
«Faremo tornare Mondovì decorosa e sicura.
Io incoerente? Cinque anni fa non ero candidato»

 

“Lealtà” e “coerenza” sono concetti chiave della vostra coalizione. Lei ci ha dichiarato che chi è uscito dalla sua coalizione lo ha fatto per «mancanza di coerenza» e «richiamo a nuovi incarichi o poltrone». Lei però cinque anni fa sosteneva il “Patto civico”. E, cinque anni prima, il Centrodestra. Si ritiene coerente?
Sì. Cinque anni fa non ero personalmente candidato. Non facevo parte del Patto civico. Ne faceva parte la mia lista di riferimento, certo, ma quando gli obiettivi non convergevano più e le linee programmatiche non avevano a nostro avviso ulteriore possibilità di sviluppo secondo la nostra visione, la lista ha abbandonato la coalizione, scendendo dal proverbiale carro del vincitore. Mi pare coerente.

Qual è stato, secondo lei, il punto più debole dell’Amministrazione 2017-2022 e su cui lei, se diventerà sindaco, promette una svolta completa?
In generale, l’Amministrazione 2017-2022 è stata a nostro avviso poco concreta e distante dai reali problemi dei cittadini. Indichiamo due debolezze, criticità da superare con le proposte contenute nei nostri punti programmatici: il decoro urbano, che è stato trascurato e ha portato la città ad una evidente regressione agli occhi dei cittadini e dei visitatori; ed il binomio Centro storico-commercio, con un’evidente desertificazione alla quale va posto rimedio immediatamente.

«Il Centrodestra corre unito». Guardando le vostre liste, 4 su 7 sono partiti: si direbbe che lei punta molto sui simboli. È così? Il punto di forza della sua coalizione sono il programma e il candidato, oppure il “vento politico nazionale” che soffia a favore?
L’espressione della mia candidatura è venuta dal gruppo civico di Energie per Mondovì. I partiti hanno aderito alla proposta sulla mia persona, e soprattutto sul programma, che è stato condiviso da tutti. Il punto focale resta, appunto, il programma. L’appoggio della politica, dei partiti, è ovviamente fondamentale per far valere il peso della città a livello sovra-locale, regionale e nazionale, canalizzando le risorse necessarie per gli interventi proposti o ricevendo un supporto per reperire fonti di finanziamento.

Nel suo programma spiccano due temi: “sicurezza” e “decoro urbano” e propone addirittura di usare i droni contro lo spaccio di droga. Lei è stato in Amministrazione fino al 2015: da allora, Mondovì è diventata insicura e indecorosa? O lo era anche prima?
Quando ero amministratore il decoro urbano era al primo posto, negli ultimi anni non mi sembra che sia stato così, la città oggi appare trascurata e poco curata. Più “insicura”? In alcuni ambiti sì. Dal 2015 il mondo è cambiato, parecchio. Per questo proponiamo “addirittura” l’utilizzo dei droni: una tecnologia relativamente nuova e con ottime potenzialità in termini di controllo del territorio. Non vedo perché non servircene in determinati ambiti.

A maggio 2019 il Centrodestra affermò: «Restiamo convinti che le Scuole superiori debbano rimanere a Piazza». Nel suo programma ora si legge: «È nostro obiettivo spostare l’Alberghiero da Piazza ai Passionisti». Perché questo cambio di rotta?
Non è un cambio di rotta. Nelle nostre idee, i Licei rimangono a Piazza, la loro sede naturale. In questo modo non si svuotano ulteriori locali dal rione alto della città, e non va a disperdersi un patrimonio storico. Per l’Alberghiero lo spostamento ai Passionisti ha una doppia utilità dal punto di vista logistico: si riunisce l’Istituto in un unico contenitore; e si consente una migliore fruibilità della scuola per i tanti alunni che arrivano con il treno, creando una minore congestione di traffico su Piazza. Che potrà solo beneficiarne.

«Un candidato di Mondovì per Mondovì», recita uno dei suoi slogan. È un fattore così tanto determinante, dal suo punto di vista? E se sì: come mai, in alcune sue liste, questo criterio non è valso?
Un conto è un candidato sindaco, un altro sono i candidati consiglieri nelle varie liste. Secondo la nostra visione, un sindaco monregalese per la città di Mondovì rappresenta un valore aggiunto, in termini di rappresentatività, conoscenza concreta della città, appeal sui cittadini. In merito alle liste: vero, alcuni candidati non sono monregalesi, ma ci lavorano o ne sono fruitori abituali. E portano un punto di vista differente che si può integrare alla nostra visione più locale.

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