INTERVISTA A LUCA ROBALDO – «Sono un liberale. Il “Patto civico” non aveva esperienza, ma si è arricchito. E senza steccati di partito»

Candidato sindaco del "Patto civico".
36 anni, consulente, è assessore uscente allo Sport, Istruzione, Politiche giovanili, Smart city. È il candidato della coalizione civica e trasversale che costituisce l’Amministrazione uscente. Ha lavorato come assistente per l’ex ministro Costa e come capo segreteria del presidente regionale Cirio. È appoggiato da una coalizione che conta otto liste, tutte civiche.

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INTERVISTA A LUCA ROBALDO
«Sono un liberale. Il “Patto civico” non aveva esperienza,
ma si è arricchito. E senza steccati di partito»

Qualche mese fa, lei ha dichiarato: «Il “Patto civico” non è né di Destra né di Sinistra». E invece lei? Non ritiene che esplicitare la sua posizione politica, anche se non ha tessere di partito, sia un atto di trasparenza?
Sinceramente non riesco a identificarmi in una divisione di questo tipo: io ero, sono e resterò un liberale. L’attività professionale e quella amministrativa mi hanno dato l’opportunità di confrontarmi con le più svariate posizioni, aiutandomi a crescere: per questo non ho “l’ossessione della diversità”, come la definiva Gaber.

Ci dica qual è stato, secondo lei, un punto debole dell’Amministrazione 2017-2022 (nonostante lei sia in Giunta, siamo certi della sua obiettività) e su cui lei, se diventerà sindaco, promette una svolta.
L’inesperienza in ambito amministrativo. Il rinnovamento, che il “Patto civico” ha portato ormai 5 anni fa, ha necessariamente richiesto un periodo iniziale di ambientamento e di conoscenza delle dinamiche di gestione pubblica. Se questo si poteva definire un “punto debole”, oggi diventa, al contrario, un punto a favore della nostra coalizione.

Con lei si candidano 128 aspiranti consiglieri. Se lei dovesse vincere, ne verranno eletti 10. Che ne sarà degli altri cento-e-passa? Li si saluta, o ha in mente un qualche coinvolgimento per chi ha sostenuto?
Una delle cose che mi ha davvero inorgoglito è stato il sentirmi definire una persona “coinvolgente”. Manterrò questo tratto: quasi 130 persone che ci mettono la faccia, per di più in un periodo complesso come quello che stiamo vivendo, sono un ricchezza enorme. Il “Patto civico” resterà vivo e sarà l’ambiente nel quale chi vorrà impegnarsi potrà continuare a farlo. E guarderemo alle persone di buona volontà, non poche, che sono anche negli altri schieramenti.

Lei è appoggiato da 8 liste: alcune hanno una precisa identità politica (anche se senza simboli di partito), altre invece appaiono gruppi formati attorno a precise personalità. Una parte del “Patto civico” è cambiata, rispetto a 5 anni fa: alcuni sono usciti (“Ideali in Comune”), altri entrati (il consigliere Barello che era in minoranza, Rabbia e Bessone che hanno fatto prima parte della coalizione avversa e poi passati con voi). Se c’è una linea, un criterio, da fuori non si capisce. Ce lo spiega?
Per i molti cittadini con cui ci stiamo confrontando, invece, è estremamente chiaro. Messe da parte le appartenenze politiche abbiamo iniziato a lavorare al programma. È questo che ci unisce, la volontà di costruire insieme il futuro della nostra città, senza steccati e ordini di partito. I tanti nuovi ingressi hanno ulteriormente qualificato la coalizione, arricchendola di un punto di vista diverso. Persone che, peraltro, hanno sempre militato in formazioni civiche.

Nuova sede dei Licei. Nel suo programma parla di «realizzazione di un nuovo edificio», ma senza nominare via Polveriera; parla di «sostituzione di un altro abbattuto», ma senza citare le “Rolfi”. Perché questa ambiguità? Ci può dire, espressamente, se siete (o non siete) favorevoli al progetto della Provincia?
Non vedo ambiguità: oggi abbiamo a disposizione esclusivamente bandi che erogano risorse, nel campo dell’edilizia scolastica, solo se si va verso la demolizione e sostituzione di edifici. Il futuro Consiglio comunale, coinvolgendo i cittadini (a partire da chi le Scuole le frequenta) individuerà una soluzione. Nessun timore, quindi, a rivalutare il progetto di via Polveriera in caso di soluzioni alternative, anche a metterlo nel cassetto.

Anche se questa è la sua prima candidatura, lei è una persona che frequenta gli ambienti politici da molti anni (anche per lavoro). Lei aspira a fare carriera in politica? E, se sì, considera questa candidatura un punto di partenza?
Io mi rivolgo ai concittadini per ottenerne la fiducia e lavorare come sindaco e non considero questa candidatura come un punto di partenza per la carriera politica. Anche il ruolo di assessore credo di averlo svolto con impegno, passione e serietà, che sono i tratti che per me definiscono l’agire politico.

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