“Basta panchinone”: una campagna web contro il fenomeno delle “big bench”

Le creazioni di Chris Bangle in 13 anni hanno conquistato ed affascinato mezzo mondo. Come ogni fenomeno di massa che si rispetti, ecco ora un movimento contro il circuito turistico

Un circuito turistico di grande rilievo e in forte espansione, iniziato ormai tredici anni fa sulle colline di Clavesana, grazie all’intuizione e all’estro del designer “d’adozione” Chris Bangle e della moglie Catherine e poi diventato un vero e proprio brand in tutta Europa. Stiamo parlando del “Big Bench Community Project”, il progetto delle panchine giganti collocate in posizione panoramica e realizzate grazie all’opera dei volontari e delle imprese del posto, partito appunto dalla Langa di casa nostra e poi allargatosi un po’ ovunque, in montagna, al centro e sud Italia, per valicare poi i confini nazionali e giungere addirittura in Spagna, Svezia, Galles. Se le big bench (che ora sono 223) in questi anni hanno saputo far innamorare e appassionare migliaia di persone un po’ ovunque, con la nascita addirittura di gruppi di “viaggiatori delle panchine” e canali social dedicati, come ogni fenomeno di massa che si rispetti, non poteva non arrivare il giorno in cui sarebbe uscito allo scoperto un movimento “contro” l’iniziativa.

A metà giugno di quest’anno il sito-blog di montagna ruralpini.it del prof. Michele Corti, docente universitario di “zootecnia di montagna”, ha dato il via alla discussa campagna “Basta panchinone”. «È deprimente l'impatto culturale dei panchinoni, espressione di vacuità e subalternità culturale alle mode effimere costruite dal sistema dei selfie, di Tripadvisor, di Google Maps – scrive Corti –. Senza accorgerci lasciamo che la realtà virtuale, il mondo dei cartoon sostituisca la realtà che diventa un fondale, come i paesaggi dipinti degli studi fotografici dell'inizio del secolo scorso. Ma vi sono anche impatti reali oltre a quelli simbolici e culturali: intorno ai panchinoni si crea un afflusso di turisti interessati solo a farsi il selfie, che parcheggiano in modo selvaggio, calpestano prati, lasciano rifiuti. Così stanno sviluppandosi le proteste contro questa espressione di superficialità modaiola che assume i connotati di una prepotenza nei confronti dei luoghi». Una presa di posizione web destinata sicuramente a far discutere e a scaldare gli animi dei moltissimi sostenitori del “Bbcp”.

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