Il surriscaldamento globale sta facendo scomparire, a poco a poco, i nostri ghiacciai. In questi giorni non è raro vedere sul web o alla tv torrenti montani in piena, che in questo periodo dovrebbero essere invece asciutti. Purtroppo non sono piogge o temporali localizzati a causare questo fenomeno, ma il progressivo scioglimento dei ghiacciai, che si stanno ritirando sempre più. Il ghiacciaio perde consistenza, si sgretola e via via il ghiaccio si trasforma in acqua, incanalandosi per le vallate a creando appunto questo triste spettacolo, dovuto all’acqua di fusione (facilmente riconoscibile dal particolare colore grigio-verde). Nei mesi scorsi l’Arpa ha condotto uno studio particolareggiato sui nostri ghiacciai, anche al fine di prevedere i rischi legati alla frequentazione della montagna. Le Alpi occidentali, che includono i rilievi di Piemonte e Valle d’Aosta, ospitano ad oggi circa 300 ghiacciai, con una superficie complessiva di 160 chilometri quadrati. Sono per lo più bacini di piccole o piccolissime dimensioni (circa l’80% ha una superficie inferiore al mezzo chilometro quadrato) e molti di essi, in particolare in Piemonte, possono ormai essere considerati “glacionevati”, piuttosto che veri e propri ghiacciai. Tra le numerose pessime notizie che si susseguono in quest’estate torrida, ne è arrivata una martedì, particolarmente significativa. Lo stesso report Arpa citato in precedenza ha “declassato” il “Coolige”, il ghiacciaio presente sul Monviso, che ora non viene più considerato tale perché si è ridotto ad un agglomerato di neve e ghiaccio (un “glacionevato” appunto), per altro diviso in due tronconi scollegati fra loro.
Il grido della montagna: declassato a “glacionevato” il ghiacciaio sul Monviso
A causa del surriscaldamento, il "Re di pietra" ha perso il suo ghiacciaio. L’ultimo report di Arpa sulle Alpi occidentali traccia un quadro particolarmente grave.