Acquedotti in Granda: servono 41 milioni per ridurre la dispersione idrica. Forte caldo, siccità che dura ormai dall’anno scorso e che sta riducendo all’osso le sorgenti e una rete idrica decisamente obsoleta, con grosse perdite e interventi necessari nei nostri paesi praticamente ogni giorno. È questo il quadro, poco rassicurante, emerso la mattina di martedì 26 luglio durante la conferenza indetta dalla Regione Piemonte a Torino, per fare il punto della situazione sul tema sempre più attuale e scottante della dispersione idrica. Ad aprire i lavori c’era l’assessore regionale Matteo Marnati, che ha innanzitutto annunciato a strettissimo giro un incontro sul tema con il ministro Roberto Cingolani. Lo stesso Marnati ha poi tracciato un quadro generale sull’acqua a livello piemontese, riferendo: «La situazione non è rosea, se pensiamo che l’emergenza durerà ancora per il mese di agosto e anche probabilmente a settembre. Possiamo però annunciare che nei prossimi 4 anni, da ora al 2026, la Regione ha un piano di investimenti importante sulla rete idrica. Verranno finanziati interventi di miglioramento per 486 milioni di euro. Il costo dell’acqua per i cittadini piemontesi è tra i più bassi in Italia e si potrebbe ritoccare al rialzo in modo da avere maggiori risorse economiche per gli interventi, ma per ora abbiamo deciso di non modificare le bollette». Sono poi intervenuti i sei referenti dei rispettivi Ato (Ambito territoriale ottimale) piemontesi, gli organismi pubblici che si spartiscono la gestione della rete idrica regionale, i quali hanno inquadrato le differenti situazioni, scendendo nei dettagli degli investimenti futuri. Ogni Ato ha partecipato a maggio ad un bando di finanziamento per la riduzione delle perdite idriche, legato al Pnrr: si resta in attesa di capire quali e quanti progetti riceveranno i soldi.
Acquedotti in Granda: servono 41 milioni per ridurre la dispersione idrica. Il 37% dell’acqua nelle condotte va perso
Per il nostro ambito, quello Cuneese, sotto la gestione dell’Ato4, è intervenuto l’ing. Paolo Galfrè. «La rete idrica cuneese è lunga 10 mila chilometri, è vetusta e attraversa un territorio vasto più della Liguria, ma a bassa densità abitativa, quindi molto propenso alle dispersioni – ha spiegato –. Gli investimenti sugli acquedotti sono iniziati nel 2006. Negli ultimi anni sono stati impegnati 6 milioni nel 2020 e 8 milioni nel 2021. Ora, per contenere l’emergenza idrica di questi giorni, servirebbero però in tempi brevissimi altri 20 milioni di euro; a questo proposito abbiamo consegnato una relazione alla Regione. Ci sono inoltre 21 interventi già finanziati, per 1 milione e 350 mila euro circa, che partiranno a breve. È fondamentale ridurre le perdite. Nel Cuneese va perso il 37% dell’acqua prima di arrivare a destinazione. Il nostro obiettivo è ridurre questo dato del 4% entro il prossimo anno. Anche Ato4 ha partecipato al bando sulla dispersione idrica del Pnrr – ha aggiunto Galfrè –. Abbiamo preparato un progetto da oltre 41 milioni di euro, che richiede un contributo pubblico di 37 milioni e un cofinanziamento nostro di circa 4 milioni. Speriamo davvero che il nostro “piano” venga premiato e finanziato, altrimenti saranno problemi per tutti».
Monregalese, Langa e Cebano per ora non rischiano che manchi l’acqua
Per ora non sembra a rischio l’approvvigionamento d’acqua nelle nostre zone. Le sorgenti delle valli Corsaglia e Vermenagna riforniscono in modo regolare gli acquedotti, anche se “Alac” fa sapere che comunque non sarebbero possibili in nessun modo incrementi al fabbisogno. Nella zona di Farigliano, “Calso” sta ultimando i lavori di collegamento ad una condotta a servizio di Carrù dove sono i pozzi a garantire portate sufficienti ai bisogni della popolazione. I Comuni più grandi e popolati della Granda sono, di norma, alimentati con pozzi di profondità dove non si registrano diminuzioni. Il quadro della situazione degli acquedotti di tutto il Cuneese è stato tracciato durante il tavolo tecnico convocato la settimana scorsa dall’Ato4 Cuneese.
Acquedotti in Granda: servono 41 milioni per ridurre la dispersione idrica
Tubature vecchie e una rete lunga 10 mila chilometri che richiede interventi di manutenzione ogni giorno. Quello che è già stato definito il “Piano Marshall dell’acqua” riceverà il finanziamento dal Pnrr?