«La rottura con Letta? Quella che stava nascendo non era una coalizione, era un "fritto misto"». Enrico Costa, numero due di Azione, non ha dubbi: la mossa di Calenda è stata quella giusta. L'accordo con letta si sarebbe potuto fare, ma non fino al punto di allargare includendo Sinistra Italiana: «Noi abbiamo messo al centro l'agenda-Draghi: si può fare un'alleanza con chi ha votato a suo favore, ma non con chi gli ha votato 55 volte contro».
Così si esprime il deputato monregalese, all'indomani del divorzio politico tra Calenda e il PD, dopo che l'accordo sembrava fatto. ma per Costa, il punto non sta tanto nel metodo (la "rottura" in diretta TV), ma nell'alleanza che si stava costituendo. Si va dunque verso il "terzo polo" con Renzi? «Questo non so dirlo. Ma posso dire che oggi vedo che le due coalizioni ormai sono diventate due cose diverse: da una parte c'è una destra "a trazione Meloni", ovvero estrema destra, e dall'altra una coalizione che si sarebbe allargata fino "alle quattro punte", confondendo l'elettorato. Sicuramente ci sarebbe spazio per un nuovo polo moderato, fedele all'agenda-Draghi».
Le candidature locali sta stanno definendo: abbiamo già scritto cosa sta facendo il Partito Democratico, la possibile candidatura in casa 5 Stelle e i nomi in ballo per Fratelli d'Italia. Che farà Azione e che farà Enrico Costa? «Non ci sono indicazioni, ci stiamo confrontando. Definiremo i nomi e penso che ci saranno anche altri candidati del territorio».