La seconda giornata del Festival della Tv porta a Dogliani i "big" del giornalismo con Enrico Mentana e i direttori Maurizio Molinari ("Repubblica"), Massimo Giannini ("La Stampa"), Francesco Cancellato ("Fanpage"), Stefano Feltri ("Domani"), Luciano Fontana ("Corriere della Sera"), Agnese Pini ("La Nazione") e Mario Sechi ("Agi"). A seguire ci sono Linus e Manuel Agnelli e‚ infine‚ Barbara D'Urso nell'ultimo appuntamento proprio prima di cena, alle 19.15. Sull'altra piazza, "Carlo Alberto"‚ spazio ai The Jackal e a Joe Bastianich.
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Enrico Mentana
Davanti a una piazza tutta piena, Enrico Mentana analizza giocoforza la situazione politica attuale. Pur specificando di non votare a centrodestra, il direttore del Tg la7 ha dichiarato che «la (molto probabile) vittoria di Giorgia Meloni è la vittoria della democrazia. A Palazzo Chigi va chi prende più voti: non esiste democrazia solo quando vincono "i nostri". L’elettorato dà sempre meno fiducia alle forze tradizionali. La politica tradizionale è in minoranza da 10 anni, perché non riesce a coprire le richieste».
E sul PD: «Il problema è che si innamora di chi è di turno a Palazzo Chigi. O Conte, o Draghi: non si possono avere due agende. E quanto sento dire "dobbiamo tornare nelle periferie", mi viene da chiedere quando ci sono stati. C’è chi disse che il Partito Democratico “è diventato un partito Ztl”, questa è l’immagine che è restata. Certo, con eccezioni. Ma se Fratelli d'Italia prende il 30% bisognava chiedersi prima il motivo».
E spaziando al di là delle elezioni: «Il partito che va più di moda sembra essere il “partito preso”. Penso a chi è no vax, no Ucraina, e così via. Il vaccino non è religione, ma le crociate contro la scienza, viste anche in televisione come se tutto fosse un derby di calcio, non sono informazione, ma deformazione. Ci sono, tra i miei colleghi, tanti "autori in cerca di personaggi", di qualcuno che semplicemente reciti un suo ruolo».
La diretta su Youtube
Da piazza Umberto I
Da piazza Belvedere (Dogliani Castello)
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