«La ferrovia Cuneo-Mondovì va riaperta: è l’unica alternativa al traffico inquinante»

Si torna a parlare della ferrovia Cuneo-Mondovì. Tratta sospesa da dieci anni, mai soppressa ma mai riattivata. Una ferrovia su cui si sperava di poter attingere ai fondi PNRR almeno per riattivarla come tratta turistica. Ma oggi il Coordinamento Mobilità Integrata e Sostenibile (Co.M.I.S.) torna sul tema con toni completamente diversi: «Va riattivata. È l’unica soluzione possibile per collegamenti che riducano tempi e inquinamento».
La riattivazione della linea è un tema su cui, da anni si spendono fiumi di parole senza concretezza. E vale la stessa cosa per l’ipotesi di convertire il tracciato in pista ciclabile, ovviamente coprendo i binari. Un progetto fortemente sostenuto, per esempio, dal Comune di Beinette, ma che si era arenato sul nascere senza alcun passo formale. «La realizzazione della ciclabile con pannelli in gommaplastica sarebbe una soluzione poco congeniale dal punto di vista tecnico – affermano dal Co.M.I.S. –, oltreché per i costi elevati di realizzazione e di manutenzione. Le piste ciclabili vanno fatte sulle strade secondarie e su quelle di campagna, ben più attrattive dal punto di vista paesaggistico». E a quale soluzione punta il Coordinamento? La riapertura vera e propria, la riattivazione. «Con la necessità non più derogabile di ridurre l’inquinamento atmosferico e di sgravare le strade dal traffico veicolare, al fine di diminuire i sinistri, la riattivazione del servizio ferroviario è l’unica soluzione».

L’ipotesi è già tornata a galla tante volte. Ma puntualmente viene accantonata davanti all’obiezione dei costi: il volume di traffico non sarebbe sostenibile. Qualche mese fa si era appreso che la Cuneo-Mondovì era stata inserita in un elenco di tratte a valenza storico-turistica. Il Coordinamento prende la palla al balzo: «Prossimamente anche sulla Cuneo-Mondovì verranno avviati i cantieri per la ristrutturazione dell’infrastruttura e degli immobili ferroviari al fine di restituire la linea inizialmente al traffico dei convogli storico/turistici. Istituzioni locali e Associazioni di pendolari dovranno lavorare al progetto di riattivazione al traffico commerciale. Sfruttando la tecnologia dei moderni convogli ibridi, si potrebbero ricreare i collegamenti diretti, un tempo esistenti, tra Limone, Cuneo e Savona e viceversa a favore del turismo, con risparmio di almeno un’ora di viaggio rispetto all’attuale giro da Fossano». E a chi sostiene che la linea sarebbe troppo costosa e non abbastanza utilizzata, Co.M.I.S. risponde: «Spesso si adduce alla mancanza di utenza per giustificare la perdurante sospensione, ma esiste una domanda di mobilità che rimane inevasa per mancanza dell’offerta: se i treni non ci sono, la gente non può servirsene, quindi continua ad utilizzare l’auto. I costi? Ogni servizio pubblico comporta dei costi ma serve alle persone e se al centro si pongono le loro esigenze anche questo ostacolo si supera altrimenti si dovrebbero eliminare tutte le realtà che non producono utili».

La palla è stata lanciata, ancora una volta. Sta alla politica scegliere se raccoglierla. Ma all’orizzonte, al momento, pare non ci sia nulla che si muove.

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