Pandemia, sale vuote e bollette alle stelle: la protesta del cinema di Dogliani

Il “Multilanghe” non partecipa a “Cinema in festa”: «C’è poco da festeggiare». Luigi Musso: «Noi partigiani di questa cultura, ma a fine anno potremmo chiudere»

Da domenica 18 a giovedì 22 settembre, in Italia è in corso l’iniziativa “Cinema in festa”, con biglietti d’ingresso in sala a 3.50 euro. L’idea parte dall’Associazione delle industrie cinematografiche (Anica), con il supporto del Ministero della cultura e dei David di Donatello, per invogliare il pubblico a tornare in sala. Due i punti base: il prezzo calmierato dell’ingresso, appunto, e la tipologia dei film coinvolti, selezionati per attrarre il più possibile il grande pubblico. In un momento di grande crisi generalizzata come questo e senza aiuti concreti da parte del Governo centrale, però molti addetti ai lavori non hanno affatto accolto positivamente l’iniziativa. E il caso, ad esempio, del cinema “Multilanghe” di Dogliani, che ha annunciato via social di non aderire a “Cinema in festa”. Il proprietario, Luigi Musso, spiega: «In segno di protesta, non partecipiamo alla campagna, insieme a gran parte dei locali cinematografici presenti sul territorio cuneese; in totale sono circa 1.800 gli esercizi che non aderiscono in tutta Italia. I cinema di Bra, Alba e Savigliano, come il nostro, rischiano seriamente la chiusura e crediamo quindi che ci sia ben poco da “festeggiare”. In più, il Ministero ha deciso di abbassare il costo del biglietto a 3,50 euro, ma lo fa con i nostri soldi, senza prevedere rimborsi o sostegni di alcun tipo: nient’altro che una vetrina politica che, ancora una volta, ricade sulle spalle di noi gestori. Siamo stanchi, sfiduciati. Dopo aver affrontato una pandemia per noi devastante, che ha causato una enorme mancanza di pubblico nelle nostre sale, ora siamo costretti ad affrontare un altro gravissimo problema: l’aumento incontrollato delle bollette di gas ed elettricità». Il cinema di Dogliani già nel 2021 ha dovuto pagare 10 mila euro in più di bollette, senza riuscire ad incassare il necessario per pareggiare le uscite e ora, al netto dei nuovi aumenti, la situazione peggiorerà ancora. «La nostra attività lavora sempre in grave perdita e gli aiuti non arrivano – aggiunge Musso –. I costi sono altissimi e gli incassi irrisori. Faremo tutto ciò che è nelle nostre capacità per uscire anche da questa situazione e cercheremo di restare aperti almeno fino a fine anno, poi potremmo davvero essere costretti a chiudere definitivamente il cinema. Al di là delle difficoltà e di tutte le preoccupazioni – conclude Musso, lasciando aperto uno spiraglio – continuiamo a credere fermamente nella nostra missione: far sognare il pubblico attraverso la magia del grande schermo. Siamo i partigiani di questa cultura e la difenderemo fino alla fine».

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