La raccolta delle nocciole, partita intorno alla metà di agosto, si è conclusa. Adesso si sta procedendo, attraverso gli appositi macchinari, a selezionarle e, in seguito, a essiccarle. Come è andata la stagione produttiva? Lo abbiamo chiesto a Fabio Bottero di Carrù, presidente Cia di Mondovì e titolare di una struttura agricola di settanta ettari dei quali trentacinque coltivati a noccioleti in diversi Comuni della zona: oltre a Carrù, Farigliano, Clavesana, Bastia, Lequio Tanaro, Piozzo, Bene Vagienna e Ceva. Dunque, un imprenditore del comparto che può dare la lettura della situazione rispetto a un territorio ampio e diversificato. «A giugno le prospettive erano davvero buone, con le piante cariche di frutti. Dopo, alcuni gravi problemi hanno compromesso in modo disastroso la stagione – spiega –. Il raccolto, rispetto allo scorso anno, è del 70% in meno, ma in alcune zone si arriva anche al 90%. Una perdita economica notevole. A cui si aggiunge l’incertezza sul prezzo di vendita».
«Anche le prospettive per la prossima stagione non sono buone, le piante sono stremate»
«Abbiamo dovuto fare i conti con la perdita di numerose nocciole che non hanno completato il ciclo di maturazione e sono state espulse naturalmente dalle piante – prosegue Bottero –. Il caldo e la siccità hanno provocato uno stress climatico che non ha consentito in molti casi al frutto di riempire totalmente il guscio. Perdendo, così, in resa e qualità. Inoltre, i forti temporali con vento di inizio agosto hanno spaccato tanti rami contribuendo in modo determinante alla mancata produzione. Sul prezzo di vendita ad oggi non ci sono certezze, la speranza è che possa essere almeno sopra gli 8 euro punto resa. Però, data la scarsissima quantità raccolta e quanto si deve scartare nella selezione in ogni caso non si possono recuperare le spese sostenute. Per la prossima stagione – conclude – le prospettive non sono buone, perché le piante hanno risentito in misura troppo rilevante della siccità. Sono stremate. Tanti cespugli stanno seccando. Se non piove nei prossimi quindici-venti giorni, li perderemo per sempre. Inoltre, ci sarà bisogno di un inverno normale in modo che la pianta posso formarsi e compiere il suo ciclo vegetativo per la nuova annata. Situazioni climatiche che, se non si verificheranno, ci stanno dando parecchie preoccupazioni. E comunque, poi, servirà un lavoro non indifferente di potatura».