Le piante rampicanti che ricoprono i pilastri del viadotto possono comprometterne la sicurezza? Se lo domanda il Centrosinistra di Mondovì, che ha presentato un’interrogazione al sindaco. «Le infrastrutture della Torino-Savona sono già state oggetto di numerose lamentele da parte degli utenti: vedasi locali stazione, sottopasso, ecc. – scrivono i tre consiglieri Laura Gasco, Cesare Morandini e Davide Oreglia –. Nel 2022 il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile (MIMS) ha aggiornato le “Linee Guida per la Classificazione e gestione del rischio, la valutazione della Sicurezza ed il Monitoraggio dei ponti esistenti”, all’interno delle quali vengono dettagliatamente classificate le criticità da tenere sotto controllo. La manutenzione delle linee e delle infrastrutture ferroviarie e quindi del viadotto risulta di competenza di Rete Ferroviaria Italiana, ma da ormai molti anni i piloni del viadotto sono privi di una manutenzione alla base, tanto che la vegetazione rampicante ha ormai avvolto completamente e quasi raggiunto la sommità di alcuni archi. All’interno delle “Linee Guida per la Classificazione e gestione del rischio, la valutazione della Sicurezza ed il Monitoraggio dei ponti esistenti” la presenza di vegetazione è descritta come causa che può portare a difetti importanti a danno dell’opera. L’Amministrazione comunale intende promuovere un’azione di sollecito nei confronti di RFI affinché provveda con sollecitudine a far rimuovere i rampicanti che avvolgono i pilastri del viadotto?».
Il viadotto ferroviario monregalese risale ai primi decenni del Novecento (dicembre 1912: primi scavi; anni 1915-1916: chiusura degli ultimi volti del viadotto). La linea ferroviaria To-Sv entrò in funzione nel 1933. Le arcate centrali del viadotto vennero fatti saltare nell’aprile del ’45 dai tedeschi in fuga e vennero ricostruite nel 1947.