Botte per una battuta: un anno di condanna a un giovane di Garessio

Una lite ha provocato serie lesioni a un ragazzo (una frattura alla mandibola, più quella di una vertebra e vari denti rotti). L’autore del pestaggio sostiene che l’altro lo avesse filmato e preso in giro

Al termine di una lunga istruttoria non si è capito con certezza cosa fosse all’origine della folle aggressione costata a un giovane di Garessio una frattura alla mandibola, più quella di una vertebra e vari denti rotti. Sessanta giorni di prognosi e una lunga serie di interventi sanitari, tutto per una lite tra ragazzi risalente al maggio del 2020.

L’autore dell’aggressione, avvenuta in un giardino pubblico, è A.M., un giovanissimo di origini rumene residente anche lui in paese. Il giudice Marco Toscano lo ha condannato a un anno di reclusione, più il pagamento di una provvisionale di 10mila euro alla parte offesa. In separato giudizio dovrà inoltre versare un risarcimento ancora da quantificare. Nel corso del processo l’imputato ha ammesso di aver sferrato un violento calcio al volto al proprio coetaneo: «Era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere. In quel momento non ero lucido, dopo essere stato aggredito e poi preso in giro», ha spiegato. Tutto sarebbe nato da un’animata discussione che A.M. aveva avuto con un altro ragazzo, suo amico, pochi minuti prima. Terminata la scaramuccia, senza conseguenze, il giovane si sarebbe accorto che qualcuno in un gruppetto poco distante riprendeva la scena.

«Uno dei miei amici si è avvicinato – racconta – e ha chiesto a quel ragazzo se quel che aveva fatto gli sembrasse “una cosa da uomini”. L’altro ha risposto con una battuta e io, preso dall’ira, gli ho sferrato un calcio sul lato destro del volto». L’imputato si è detto cosciente di aver sbagliato e ha già versato un parziale risarcimento alla persona offesa, costituitasi in giudizio. L’aggredito, dal canto suo, ha offerto una ricostruzione non troppo diversa dei fatti, negando però di aver filmato A.M. o altri. Uno dei presenti ha raccontato: «Avevamo visto la zuffa, con schiaffi e pugni reciproci. A un certo punto A.M. si è avvicinato, insultandoci e dicendo al mio amico di smettere di fare video. Lui aveva il telefono in mano, ma era seduto sul marciapiede e girato di schiena e ha negato di averli filmati. L’altro si è allontanato e poi lo ha colpito con un calcio al collo». Anche un’amica che era insieme all’imputato quel giorno ha confermato di aver assistito a parte della scena: «Ho sentito un botto e ho visto A.M. tirare indietro la gamba e l’altro, che conoscevo di vista, cadere. Dopo quanto successo, altri due ragazzi si erano accaniti su A.M., poi ci eravamo allontanati insieme e io l’avevo medicato».

Per il pm Raffaele Delpui il quadro accusatorio parla di «un’aggressione gratuita» che ha cagionato «conseguenze gravi, specie se si considera la giovane età, come la perdita dei denti»: la Procura aveva chiesto per A.M. la condanna a otto mesi. Il patrono di parte civile, avvocato Thomas Bassino, ha sottolineato come la persona offesa fosse estranea a qualsiasi discussione precedente: «Tuttavia è lui che ha patito le conseguenze più gravi, che avrebbero potuto essere peggiori vista la dinamica. L’imputato ha riconosciuto di averlo colpito senza motivo alcuno, perché a suo dire si era espresso con ironia».

L’avvocato Pier Carlo Botto, difensore dell’imputato insieme alla collega Gabriella Turco, ha riconosciuto il fatto ma contestato la richiesta risarcitoria della parte civile: «Anche l’imputato ha riportato lesioni, pur non avendo avanzato querele perché sapeva di aver innescato lui questo episodio. Il decreto penale, poi impugnato, stabiliva una pena di due mesi e 5mila euro di danni».

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