di Paolo Roggero
Il 27 ottobre 1962 il suono di una potente esplosione fece tremare le campagne del Pavese, intorno a Bascapè. Era sera, un bimotore Morane Saulnier Ms-760 si abbattè al suolo, causando la morte dei tre occupanti: Imerio Bertuzzi, il giornalista William Mchale e l’imprenditore Enrico Mattei.
Una notizia che colpì l’Italia intera e che il giorno successivo campeggiava su tutte le prime pagine. Mattei rientrava a Milano dopo essere stato in Sicilia. Per molti anni non è stato sciolto il dubbio se a causare l’incidente sia stata una tragica fatalità o un attentato. Recenti sentenze e sviluppi sembrano aver fugato ogni dubbio sulla natura terroristica di quanto accaduto: sarebbe stata la Mafia esecutrice materiale di interessi legati alle grandi industrie del petrolio.
È interessante però osservare come la data del 27 ottobre 1962, scolpita indelebilmente nella storia del nostro Paese, ospitò anche un altro fatto, meno noto. In quei giorni si stava consumando la crisi di Cuba, con l’altissima tensione tra l’America e l’Urss. Il rischio di un’escalation nucleare non fu mai così concreto come in quell’occasione (ed è amaro ricordare quei fatti oggi, nelle spire del conflfl itto russo-ucraino).
Proprio il 27 ottobre si verifica una scaramuccia tra un sommergibile russo B-59 e una squadra americana. Il natante russo è dotato di testate nucleari, ma gli yankee non lo sanno. In grave difficoltà, potrebbe lanciare la testata contro la portaerei, il capitano vorrebbe lanciare, ma il secondo ufficiale, Vassili Arkhipov, si oppone, correndo anche rischi personali, e la spunta. Il mezzo è costretto a fare rotta verso la Russia, sconfitto, ma le conseguenze se quel siluro fosse stato lanciato avrebbero potuto essere incalcolabili, sulla scala geopolitica mondiale.
Avrebbe potuto essere l’episodio di innesco del terzo conflfl itto mondiale, invece il fatto rimase segreto per quasi mezzo secolo. Solo alla morte del coraggioso uffiffi ciale, nel frattempo divenuto ammiraglio, si venne a sapere. Thomas Blanton, direttore dell’Archivio Nazionale di Sicurezza americano, nel 2002 si rivolse alla sua figura definendolo “L’uomo che ha salvato il mondo”.